9285 ITALIA: No al fondamentalismo della BCE

20110927 19:13:00 redazione-IT

[b]L’Europa ridotta a semplice "espressione monetaria" verso il crollo dei consumi e chiusura delle imprese che alimentano il mercato nazionale[/b]
[i]di Tito Pulsinelli[/i]

E’ un’urgenza strattonare le radici della millenarista utopia liberista allignata in Europa, che si è fatta "mercato & moneta" alla faccia e sulle spalle di tutti i ceti laboriosi. Bisogna sparigliare il gioco, ora, altrimenti il discorso si chiude definitivamente per un’altra generazione. Il giogo del governo-ombra continentale della BCE, lo si incrina se si assesta un primo colpo al loro giocattolo monetario preferito:
moloch ed alibi d’una oligarchia che sta cancellando tutti gli altri poteri che emanano dalla volonta popolare e dal voto. La BCE, genuflessa al FMI, è in corresponsione d’amorosi sensi con la casta delle 12 banche mondiali, ed agisce in perfetta sintonia con il fondamentalismo globalista, persino nella fase in cui è già cominciata la de-globalizzazione.

BCE e "commissione di Bruxelles" -che fino all’anno scorso osavano negare persino l’esistenza di qualsivoglia crisi- ora passano all’arrembaggio piratesco con politiche che falcidiano il potere d’acquisto dell’85% della popolazione. Aprono la strada al crollo generalizzato dei consumi e chiusura di tutte le imprese che alimentano il mercato nazionale.

Il sistema bancario è senza liquidà, fallito, e gli Stati non possono salvarlo una seconda volta, perchè già sacrificarono gli erari in "iniezioni e trasfusioni" due anni fa. Gli unici riferimenti utili sono le decisioni prese da quei Paesi che seppero dire NO alle pretese del FMI: sospensioni del pagamento di interessi annuali; revisione della contabilità ed accertamento della liceità delle esisgenze del FMI e banca privata; moti popolari crescenti che -in sintonia con nuovi gruppi dirigenti emergenti- riuscirono a rimettere al centro della discussione la sovranità. Come passo iniziale per un progetto di sviluppo autonomo, sottratto ai centri di pianificazione globalista.

L’hanno fatto piccoli Paesi come l’Islanda, l’Ecuador o l’Argentina; tutti gli altri emergenti del BRIC hanno sempre respinto con forza le ingiunzioni USA di svalutare le loro monete, o di subire misure economiche esogene. No all’euro è soprattutto imperiosa necessità d’una iniziale recupero la di sovraità dei governi sulla politica economica e monetaria,

Le elites italiane hanno sempre preferito essere "ultimi tra i primi": l’Italia è stata così castigata con la perdita del business con la Libia, e l’amputazione della storica presenza nel Mediterraneo. In un’Europa che è una semplice espressione monetaria, sotto l’mperio di un’oligarchia di banchieri, non vale più la pena essere "ultimi tra i primi". Non per i salariati e classi medie. Meglio pensare in termini di "primi tra gli altri". Fare la coda dell’artritico leone anglosassone o cercare d’essere la testa della talpa?

http://selvasorg.blogspot.com/2011/09/italia-no-al-fondamentalismo-della-bce.html#more

 

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