
Votare, votare 5 SI al Referendum dell’8 e 9 giugno 2025.
Votare è davvero un’opportunità per ognuno. Ho visto crescere nell’ultimo mese il numero di quelli che dicono : Voto perché mi riguarda, voto perché mi conviene.
La destra punta in modo aggressivo a non far raggiungere il quorum temendo, con il referendum, la modifica diretta a leggi ingiuste e discriminanti nel mondo del lavoro.
A poche settimane dal voto per questo, mi sento di ripetere l’invito a votare e a far votare
Agli amici in Italia e all’estero /che me lo chiedono, dico partecipate al voto, impegnatevi in questi giorni per far votare le persone con le quali siete in contatto, a partire da quelle più vicine.
Questa volta, dico loro, al referendum votiamo tutti.
Il quorum dipende anche da ognuno di noi. L’impegno di ognuno può fare la differenza. C’è più di una ragione per invitare a respingere l’invito di La Russa ad “andare al mare”.
Lo sappiamo da tempo che Rimettere su un piano di parità il rapporto fra datore di lavoro e lavoratore è la cosa giusta che non piace al governo perché contrasta con le scelte politiche sue e delle forze politiche e sociali che lo sostengono.
Penso si possa affermare che votar è dovere civico. Penso sbagli chi pensa che l’invito al voto sia una imposizione autoritaria quando invece è una richiesta di corresponsabilità nella costruzione dell’ordine democratico, ed è esercizio di democrazia.
Gli italiani all’estero sono sempre lasciati lontano dall’Italia. Anche con il decreto sullo jus sanguinis. Lontani anche dal referendum perché non informati dalle istituzioni. Diciamo loro innanzitutto di votare. Italiani che liberamente scelgono di decidere direttamente cosa e come cambiare. Lo ridiciamo anche ora. Votate con coscienza e conoscenza del referendum.
Il governo non informa ma rema contro come remano contro gli autori, allora, del job act.
“Organizziamo l’astensione” dice La Russa. Questo alla fine può diventare una forma surrettizia di controllo della partecipazione democratica.
Astenersi, soprattutto in occasione di un referendum, è abdicare a una responsabilità collettiva, e in certi casi anche contribuire a delegittimare lo strumento referendario stesso.
Il referendum non è di alcun partito. I cittadini hanno l’occasione di cambiare le cose direttamente.
Il referendum serve per chi lavora e per chi cerca un lavoro perché non sia precario per non essere licenziati senza giusta causa, per non morire di lavoro, per una cittadinanza che migliori l’integrazione fra quanti vivono e lavorano fianco a fianco. Il superamento del quorum con l’esito positivo del referendum può spingere in avanti la possibilità di un “nuovo sistema di garanzie” nel rapporto di lavoro. Il quorum è uno spartiacque.
QUORUM? Il Quorum dipende anche da te che mi ascolti! Quando arriva il plico a casa ricordatelo. Non far decidere ad altri su una cosa che ti riguarda. Decidi direttamente tu.
Lo chiedo agli amici che mi ascoltano.
Vota e vota 5 SI
E’ per te, è per l’Italia.
Rino Giuliani
Vicesegretario della FIEI
Componente della Direzione nazionale di Istituto Fernando Santi.
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