UCRAINA, ECCO L’INTERGRUPPO ANTI-GUERRA
IERI E’ NATO al Senato l’intergruppo parlamentare “per la pace, la diplomazia e il dialogo multilaterale”. L’iniziativa è del capogruppo della Lega Massimiliano Romeo e del senatore dem Graziano Delrio ma è stata sottoscritta dai colleghi, tranne quello del Pd Francesco Boccia che deve tenere insieme le anime dem. Romeo e Delrio chiedono l’adesione con la motivazione: “Vista la profusa comunanza di visioni tra le diverse forze politiche, concordi sull’importanza di preservare un ideale di pace, promuovendo impegni e iniziative concrete, considerato che i recenti focolai di conflitto nel mondo rappresentano una pericolosa deriva verso un‘escalation incontrollabile, che rischia di superare il punto di non ritorno”.
DESTRE-M5S-AVS “Ucraina, stop escalation”. Capigruppo di pace: manca soltanto il Pd.
I capi dei senatori di Lega, FdI e Forza Italia rinnegano la linea Meloni e partecipano con 5 Stelle e sinistra a un nuovo intergruppo anti-armi. L’’unico che non firma è il dem Boccia. Ma aderisce il dissidente Delrio.
di Luca De Carolis e Giacomo Salvini (da Il Fatto Quotidiano)
“Preservare un ideale di pace” promuovendo “impegni e iniziative concrete” contro l’escalation “incontrollabile che rischia di superare un punto di non ritorno”. Recita così, senza mezzi termini, la lettera inviata nelle ultime ore dal capogruppo della Lega Massimiliano Romeo e dal senatore Pd Graziano Delrio ai colleghi di Palazzo Madama. Un intergruppo parlamentare “per la pace, la diplomazia e il dialogo multilaterale” nato su spinta del Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin e che nascerà nei prossimi giorni. Con una novità politica significativa: ad aderire sono stati i capigruppo dei tre partiti della maggioranza di destra che sostiene il governo Melon. Quindi non solo Romeo, ma anche i senatori Lucio Malan (Fratelli d’Italia) e Maurizio Gasparri (Forza Italia).
Oltre a loro ci sono le firme anche dei capigruppo del M5S Stefano Patuanelli, Tito Magni (Alleanza Verdi e Sinistra) e Enrico Borghi (Italia Viva). Il renziano ha deciso di aderire in quanto esponente cattolico, d’accordo con i tentativi di mediazione di Parolin. L’unico capogruppo a non firmare alla fine è stato Francesco Boccia del Pd.
Secondo Delrio, una cortesia nei suoi confronti: “L’ iniziativa è partita da me e la mia firma gli è parsa sufficiente, io lo avevo informato ”. Ma le tensioni nel partito sulla guerra in Ucraina, emerse anche in Europa nel voto sulla risoluzione sulle armi a Kiev, potrebbero aver inciso. Lo dimostra anche un tweet di Filippo Sensi: “Ho ricevuto il cortese invito. La conosco quella pace, la so bene quella diplomazia, il noto dialogo della Lega. Spiace, NO”.
L’INTERGRUPPO è un organo simbolico e, va detto, non ha grossi poteri ma l’adesione dei capigruppo di maggioranza rappresenta una svolta nell’approccio della destra sulla guerra in Ucraina. Un modo per rinnegare anche le posizioni della premier Giorgia Meloni e del ministro degli Esteri Antonio Tajani che continuano a ripetere di voler sostenere l’Ucraina “fino a che sarà necessario” continuando a inviare armi a Kiev. Fonti di governo fanno sapere che l’iniziativa di Malan e Gasparri non è stata concordata con il governo. La premier in questo momento sta cercando di parlare il meno possibile delle armi a Kiev conscia dei sondaggi sempre più sfavorevoli al sostegno incondizionato all’Ucraina, del pressing di Matteo Salvini ma anche della possibile vittoria alle elezioni americane di Donald Trump.
L’iniziativa è nata dopo il convegno “Colloqui per la pace” che si era tenuto il 19 giugno scorso al Senato organizzato dall ’associazione “Avvocatura in missione” di suor Anna Egidia Catenaro. Così giovedì Romeo ha chiesto l’adesione. Come leggere politicamente l’iniziativa? Al Fatto Delrio, da sempre in prima fila sui temi della pace, la mette così: “È tempo che i parlamenti lavorino perché la diplomazia si attivi per fermare la guerra in Ucraina, finora l’Italia e l’Unione europea sono state ferme”. E poi, ricorda il senatore dem, “anche il presidente della Repubblica ha detto che il diritto all’autodifesa di Kiev non deve certo escludere iniziative diplomatiche”. Le adesioni di molti nomi di peso si spiegano con la volontà di dare un segnale alla Chiesa, ragionano un paio di fonti.
Ma c’è anche altro, ossia la consapevolezza che nell’opinione pubblica è ormai evidente la stanchezza per il conflitto in Ucraina, e per il costo della corsa al riarmo. Un senatore osserva: “Diversi mesi fa proprio Delrio presentò una risoluzione sulla guerra con contenuti analoghi al documento sull’intergruppo, e molti capigruppo all’ultimo minuto si sfilarono. Ora invece . . .” .
ORA LE FIRME sono arrivate. Per Meloni non dovrebbe essere un problema, per ora. Ma qualcosa sulla pace si muove, in Parlamento. Perché stare fermi è diventato difficile per quasi tutti.
FONTE: Il Fatto Quotidiano, 28 settembre 2024
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