24 Ottobre 2020 NEWS DAI PARLAMENTARI ELETTI ALL ESTERO ED ALTRE COMUNICAZIONI

 

01 – Gli scienziati scrivono al governo: «Misure drastiche subito» o il virus andrà fuori controllo. La lettera a Conte e Mattarella.
02 – Parlamentari Eletti all’estero (PD)* : L’INPS ritorni sulle decisioni prese per la campagna per l’esistenza in vita e disponga una modalità di autocertificazione
03 – Taglio parlamentari: Mattarella firma la legge. Il Presidente della Repubblica promulga la legge sul taglio dei parlamentari che sarà operativa dalla prossima legislatura.
04 – La Marca (PD): parlamentari eletti all’estero: l’INPS ritorni sulle decisioni prese per la campagna per l’esistenza in vita e disponga una modalità di autocertificazione.
05 – Schirò (Pd): XX settimana della lingua italiana nel mondo: la nostra lingua e il nostro prestigio culturale vanno concretamente tutelati e sviluppati. Ha avuto inizio la XX edizione della Settimana della lingua italiana nel mondo, quest’anno sul tema “L’italiano tra parola e immagine: graffiti, illustrazioni, fumetti
06 – Lingua italiana nel mondo – Sottosegretario Merlo: “La nostra cultura, il nostro petrolio”
07 – Asor Rosa, avventura critica di un intellettuale del Novecento. Tra militanza e invenzione. Mezzo secolo di letteratura, politica, narrativa, dall’ideologia della Resistenza (Scrittori e popolo) agli ultimi racconti (Amori sospesi): un «Meridiano» in tre sezioni per Alberto Asor Rosa
08 – L’America che già vota. Urne fake e vere milizie. Il trumpismo gioca sporco, ma è tutto legale
Ballot harvesting, ratfucking, gerrymandering, vote suppression… Tutti gli imbrogli della campagna del tycoon in crisi di consensi.
09 – Legge di Bilancio approvata: proroga aiuti e sospensioni. Governo approva Manovra 2021: Cig, assegno unico, riforma fiscale, aiuti imprese e lavoro, proroga al 31 dicembre dello stop alla riscossione.
10 – Commento. L’Unione Europea non deve sprecare i 750 miliardi di euro per migliaia di progetti individuali, ma piuttosto utilizzati per promuovere il cambiamento strutturale verso lo sviluppo sostenibile e per rimuovere le disuguaglianze sociali, territoriali e di genere. L’uguaglianza di genere non riguarda solo la democrazia, ma anche la prosperità scritto da Laura Boldrini.
11 – L’impegno del comitato per il No al referendum costituzionale non si ferma.

01 – GLI SCIENZIATI SCRIVONO AL GOVERNO: «MISURE DRASTICHE SUBITO» O IL VIRUS ANDRÀ FUORI CONTROLLO. LA LETTERA A CONTE E MATTARELLA. GIORGIO PARISI E GLI ALTRI ACCADEMICI CHIEDONO ANCHE LA CONDIVISIONE E LA TRASPARENZA DEI DATI: È POSSIBILE REALIZZARE INTERVENTI MIRATI, QUELLI INDISCRIMINATI SONO DANNOSI, di Andrea Capocci
Non un lockdown, ma «provvedimenti stringenti e drastici nei prossimi due o tre giorni»: è questa la richiesta di un centinaio di scienziate e scienziati che ieri hanno inviato una lettera aperta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al premier Giuseppe Conte.

L’iniziativa è partita dopo le previsioni elaborate da Giorgio Parisi, fisico teorico e presidente dell’Accademia dei Lincei, secondo il quale entro novembre il bollettino quotidiano potrebbe arrivare a cinquecento decessi al giorno se la curva dei contagi continuerà a crescere a questo ritmo (vedi l’intervista al manifesto del 22 ottobre scorso, ndr).

La richiesta di intervento immediato è firmata da alcuni dei nomi più illustri della ricerca scientifica italiana, come il rettore della scuola Normale di Pisa Luigi Ambrosio, la vicepresidente dell’Anvur Alessandra Celletti, il presidente dell’Ingv Carlo Doglioni, l’ex-numero 1 dell’Infn Fernando Ferroni, il prorettore del Gran Sasso Science Institute Piero Marcati.

Ma a promuovere la lettera è stata la giurista Roberta Calvano, ordinaria di Diritto Costituzionale all’università Unitelma-Sapienza di Roma, che ha raccolto firme così “pesanti” nel giro di un pomeriggio.

Infatti, nella lettera si fa riferimento alla Costituzione: «Il necessario contemperamento delle esigenze dell’economia e della tutela dei posti di lavoro con quelle del contenimento della diffusione del contagio deve ora lasciar spazio alla pressante esigenza di salvaguardare il diritto alla salute individuale e collettiva sancito nell’art. 32 della Carta costituzionale come inviolabile», scrivono gli accademici.

Non si tratta però di mettere la salute davanti all’esigenza di un reddito, una scelta che in pochi si possono permettere.

La crisi sanitaria, infatti, aggraverebbe quella economica. «La salvaguardia dei posti di lavoro, delle attività imprenditoriali e industriali, esercizi commerciali, e le altre attività verrebbero del resto ad essere anch’esse inevitabilmente pregiudicate all’esito di un dilagare fuori controllo della pandemia che si protraesse per molti mesi», si legge nella lettera.

Di qui l’esigenza di misure drastiche ma immediate. «Più tempo si aspetta, più le misure che si prenderanno dovranno essere più dure, durare più a lungo, producendo quindi un impatto economico maggiore. È per questo che il contagio va fermato ora, con misure adeguate – conclude la lettera – ed è per questo che chiediamo di intervenire ora in modo adeguato, nel rispetto delle garanzie costituzionali, ma nella piena salvaguardia della salute dei cittadini, che va di pari passo ed è anch’essa necessaria e funzionale al benessere economico».

Quali siano le misure i firmatari non lo specificano. Non si tratta di una mancanza di proposte, ma di una scelta di rispetto istituzionale: «Gli scienziati hanno elaborato i dati e hanno indicato la direzione verso cui portano. Ora è compito della politica individuare le misure», spiega Roberta Calvano.

Certo, quelle prese finora sono ritenute insufficienti. «Chiudere i ristoranti a mezzanotte in alcuni casi significa allungare l’orario di apertura invece che accorciarlo. Sono stati pannicelli caldi, ma il problema del trasporto pubblico, degli esercizi commerciali affollati, della difficoltà di rispettare le norme di sicurezza nei ristoranti. Alle palestre è stata data un’altra settimana per adeguarsi alle norme di sicurezza, evidentemente negli ultimi sei mesi non lo si era fatto».

I firmatari chiedono a Mattarella e Conte di aderire alle proposte avanzate proprio da Parisi nei giorni scorsi.

Oltre a segnalare l’urgenza di nuovi interventi lo scienziato denunciava la scarsa condivisione dei dati sull’epidemia tra le autorità sanitarie e la comunità scientifica.

Senza conoscere i principali canali di trasmissione del virus, è inevitabile il ricorso a interventi indiscriminati su ogni attività sociale, dalla scuola all’industria e al commercio, in luogo di misure mirate, più sostenibili e forse anche più efficaci.

Per avere questi dati, però, serve un sistema di tracciamento dei contatti in efficienza, che scopra i luoghi in cui si sviluppano i focolai prima che vadano fuori controllo


02 – PARLAMENTARI ELETTI ALL’ESTERO: L’INPS RITORNI SULLE DECISIONI PRESE PER LA CAMPAGNA PER L’ESISTENZA IN VITA E DISPONGA UNA MODALITÀ DI AUTOCERTIFICAZIONE, 22 ottobre 2020
Il Direttore generale dell’INPS ha risposto alla sollecitazione da noi avanzata di prorogare la campagna di accertamento in vita dei pensionati all’estero, che interessa centinaia di migliaia di nostri anziani e molti operatori, in particolare dei patronati, ai quali gli interpellati normalmente si rivolgono.
I rischi per la salute e per la vita di anziani e operatori sono molto elevati in quasi tutte le aree del mondo e i probabili assembramenti che si verificheranno per la richiesta di aiuto nelle operazioni da parte degli anziani aumenteranno in modo preoccupante il rischio di contagio.
La dettagliata risposta pervenuta, dopo avere ricordato che l’INPS ha proceduto nel recente passato a fare slittare ai primi di ottobre le date di avvio della campagna di accertamento in vita nelle diverse aree dove essa si svolge, conferma la decisione presa, anche se sottolinea che è stato stabilito un tempo di 4 mesi nei quali le operazioni possano essere compiute. Aggiunge, poi, che sarà emanato a breve un comunicato stampa per sottolineare l’ampiezza del tempo a disposizione degli interessati, con l’obiettivo di far diluire la concentrazione degli anziani negli uffici.
Non possiamo tacere di essere delusi dalla mancata decisione del rinvio perché chi conosce le abitudini dei nostri anziani all’estero sa bene che non appena ricevuta la richiesta ci sarà comunque una concentrazione di presenze negli uffici. Senza enfasi, in questo momento la salute e la vita degli anziani e degli operatori dovrebbe costituire una priorità assoluta. Tanto più che i segnali che vengono da molte parti sono quelli di una grave recrudescenza della pandemia.
Per questo, rinnoviamo pubblicamente l’invito all’INPS di tenere realisticamente conto del peggioramento della situazione sanitaria e, soprattutto, della primaria esigenza di tutelare la salute di soggetti obiettivamente esposti come gli anziani. Se si vuole, si è ancora in tempo per calibrare diversamente le decisioni prese e sostituirle o integrarle per quest’anno con modalità di autocertificazione, come altri Paesi hanno fatto per situazioni analoghe.
I Parlamentari della circoscrizione Estero
Deputati: Francesca La Marca, Angela Schirò, Nicola Carè, Massimo Ungaro
Senatori: Laura Garavini, Francesco Giacobbe
On./Hon. Francesca La Marca, Ph.D.
Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America
Electoral College of North and Central America

03 – TAGLIO PARLAMENTARI: MATTARELLA FIRMA LA LEGGE. IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PROMULGA LA LEGGE SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI CHE SARÀ OPERATIVA DALLA PROSSIMA LEGISLATURA.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato la legge che stabilisce la riduzione dei parlamentari e modifica gli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione. Con la promulgazione della legge, quindi, prosegue l’iter della normativa che mette in pratica quanto sancito dal referendum del 20 e 21 settembre 2020, stabilendo il taglio del 36,5% dei componenti di Camera e Senato.
Precisamente, i parlamentari passano da 630 a 400 alla Camera e da 315 a 200 al Senato. La riduzione, tuttavia, sarà pienamente effettiva solo a partire dalla prossima legislatura, pertanto alle prossime elezioni ci saranno 600 posti disponibili in Parlamento.
In ogni caso, è necessario attendere la ridefinizione dei collegi elettorali sulla base del numero dei seggi da assegnare, procedura che deve essere completata entro sessanta giorni dalla pubblicazione della legge in Gazzetta Ufficiale.

04 – LA MARCA (PD) : PARLAMENTARI ELETTI ALL’ESTERO: L’INPS RITORNI SULLE DECISIONI PRESE PER LA CAMPAGNA PER L’ESISTENZA IN VITA E DISPONGA UNA MODALITÀ DI AUTOCERTIFICAZIONE. IL DIRETTORE GENERALE DELL’INPS HA RISPOSTO ALLA SOLLECITAZIONE DA NOI AVANZATA DI PROROGARE LA CAMPAGNA DI ACCERTAMENTO IN VITA DEI PENSIONATI ALL’ESTERO, CHE INTERESSA CENTINAIA DI MIGLIAIA DI NOSTRI ANZIANI E MOLTI OPERATORI, IN PARTICOLARE DEI PATRONATI, AI QUALI GLI INTERPELLATI NORMALMENTE SI RIVOLGONO. 22 OTTOBRE 2020
I rischi per la salute e per la vita di anziani e operatori sono molto elevati in quasi tutte le aree del mondo e i probabili assembramenti che si verificheranno per la richiesta di aiuto nelle operazioni da parte degli anziani aumenteranno in modo preoccupante il rischio di contagio.
La dettagliata risposta pervenuta, dopo avere ricordato che l’INPS ha proceduto nel recente passato a fare slittare ai primi di ottobre le date di avvio della campagna di accertamento in vita nelle diverse aree dove essa si svolge, conferma la decisione presa, anche se sottolinea che è stato stabilito un tempo di 4 mesi nei quali le operazioni possano essere compiute. Aggiunge, poi, che sarà emanato a breve un comunicato stampa per sottolineare l’ampiezza del tempo a disposizione degli interessati, con l’obiettivo di far diluire la concentrazione degli anziani negli uffici.
Non possiamo tacere di essere delusi dalla mancata decisione del rinvio perché chi conosce le abitudini dei nostri anziani all’estero sa bene che non appena ricevuta la richiesta ci sarà comunque una concentrazione di presenze negli uffici. Senza enfasi, in questo momento la salute e la vita degli anziani e degli operatori dovrebbe costituire una priorità assoluta. Tanto più che i segnali che vengono da molte parti sono quelli di una grave recrudescenza della pandemia.
Per questo, rinnoviamo pubblicamente l’invito all’INPS di tenere realisticamente conto del peggioramento della situazione sanitaria e, soprattutto, della primaria esigenza di tutelare la salute di soggetti obiettivamente esposti come gli anziani. Se si vuole, si è ancora in tempo per calibrare diversamente le decisioni prese e sostituirle o integrarle per quest’anno con modalità di autocertificazione, come altri Paesi hanno fatto per situazioni analoghe.
I Parlamentari della circoscrizione Estero
Deputati: Francesca La Marca, Angela Schirò, Nicola Carè, Massimo Ungaro
Senatori: Laura Garavini, Francesco Giacobbe
On./Hon. Francesca La Marca, Ph.D.
Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America
Electoral College of North and Central America

05 – SCHIRÒ (PD): XX SETTIMANA DELLA LINGUA ITALIANA NEL MONDO: LA NOSTRA LINGUA E IL NOSTRO PRESTIGIO CULTURALE VANNO CONCRETAMENTE TUTELATI E SVILUPPATI. HA AVUTO INIZIO LA XX EDIZIONE DELLA SETTIMANA DELLA LINGUA ITALIANA NEL MONDO, QUEST’ANNO SUL TEMA “L’ITALIANO TRA PAROLA E IMMAGINE: GRAFFITI, ILLUSTRAZIONI, FUMETTI”. UN TEMA SCELTO A SUO TEMPO NEL TENTATIVO DI SOLLECITARE L’INTERESSE PER LA NOSTRA LINGUA AL DI LÀ DEI RECINTI ACCADEMICI E DEGLI AMBITI SPECIALISTICI, MA CHE OGGI DEVE FARE I CONTI CON IL FRENO DEI CONTATTI E DEGLI INCONTRI IMPOSTI DALLE MISURE DI PREVENZIONE DELLA PANDEMIA. ROMA, 20 OTTOBRE 2020
Si è cercato di reagire, come ha ben detto la Vice Ministra Marina Sereni, con rimedi adeguati: la tecnologia e la qualità. La credibilità che l’Italia ha ancora nel mondo come straordinario deposito e grande laboratorio di cultura ci consente di farlo, permettendoci di misurarci positivamente in un campo che tuttavia è diventato sempre più difficile e affollato di competitori attrezzati e ambiziosi.

Non possiamo dormire sugli allori, dunque. Tanto più che la pandemia ha provocato danni seri al sistema di formazione in italiano nel mondo e di promozione della nostra lingua e della nostra cultura, fronteggiati solo in parte con le modalità di dialogo a distanza.

La nostra lingua vive nel mondo per il suo prestigio, ma anche perché l’Italia può godere di una rete di supporto unica e di un sistema molto articolato, benché poco conosciuto. La rete di supporto è data dai 6 milioni di cittadini italiani e dai 60 milioni di italodiscendenti, ai quali sono da aggiungere ancora i tanti stranieri che amano e praticano la nostra lingua e la nostra cultura. Ebbene, i programmi e le attività promozionali che le diverse istituzioni culturali adottano all’estero non coinvolgono adeguatamente le nostre comunità, che non sono solo rifugi di tradizione, ma anche luoghi di evoluzione e di integrazione. Un limite che andrebbe al più presto superato per il bene del Paese.

Un secondo motivo di riflessione e di impegno immediato è che se l’Italia oggi può contare su oltre due milioni di persone che studiano l’italiano, ciò è dovuto a un sistema di promozione e formazione che si estende dalle scuole materne alle università straniere e coinvolge soggetti pubblici e privati. Un sistema così articolato non vive d’aria e non può funzionare bene senza programmazione e coordinamento.
Al di là delle belle parole che si usano all’inaugurazione degli eventi, ci sono due problemi seri da affrontare, subito e concretamente. Il primo, come non mi stancherò mai di dire, è il rifinanziamento del Fondo quadriennale della lingua e della cultura italiana, che scade quest’anno. Il secondo è la destinazione di una quota significativa dei fondi dell’internazionalizzazione anche al settore culturale, affinché la promozione nel mondo del nostro sistema Paese sia veramente integrata e penetrante.
Non ne abbiamo avuto mai tanto bisogno come in questo momento difficile.
Angela Schirò
Deputata PD – Rip. Europa –
Camera dei Deputati

06 – LINGUA ITALIANA NEL MONDO | Sottosegretario Merlo: “La nostra cultura, il nostro petrolio”
“La nostra cultura è il nostro petrolio, il ‘soft power’ di cui parla il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è proprio questo: l’Italia è una superpotenza culturale che il mondo ci invidia. Come italiani – sottolinea il Sottosegretario Ricardo Merlo – dobbiamo esserne fieri”
“Si celebra da oggi la XX Settimana della Lingua italiana nel mondo, con iniziative organizzate in tutto il pianeta della Farnesina e della nostra rete diplomatico-consolare. E’ giusto celebrare e dare risalto a quella che è probabilmente l’eccellenza italiana che più ci contraddistingue: la nostra lingua”. Lo dichiara in una nota il Sottosegretario agli Esteri Sen. Ricardo Merlo.
“Certo, fa bene il Consiglio Generale degli italiani all’estero a sottolineare che alla diffusione della lingua di Dante all’estero va data la giusta attenzione, ma non può dimenticare i 50 milioni di euro – una cifra che rappresenta un record storico! – stanziati nel 2019 proprio per la promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo”.
“La nostra cultura è il nostro petrolio, il ‘soft power’ di cui parla il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è proprio questo: l’Italia è una superpotenza culturale che il mondo ci invidia. Come italiani – conclude il Sottosegretario alla Farnesina – dobbiamo esserne fieri, come Sistema Paese dobbiamo continuare a investire con forza sull’insegnamento della lingua italiana all’estero e sulla promozione della nostra cultura oltre confine”. Fonte: ItaliaChiamaItalia

07 – ASOR ROSA, AVVENTURA CRITICA DI UN INTELLETTUALE DEL NOVECENTO. TRA MILITANZA E INVENZIONE. MEZZO SECOLO DI LETTERATURA, POLITICA, NARRATIVA, DALL’IDEOLOGIA DELLA RESISTENZA (SCRITTORI E POPOLO) AGLI ULTIMI RACCONTI (AMORI SOSPESI): UN «MERIDIANO» IN TRE SEZIONI PER ALBERTO ASOR ROSA, di Niccolò Scaffai
L’ingresso di un autore nei «Meridiani» ne rende percepibile e insieme ne determina la storicità. Ciò è vero anche per i contemporanei; anzi, forse vale soprattutto per loro: una figura del passato rientra di fatto nella storia letteraria (che non per forza coincide con i canoni delle storie della letteratura); poeti e scrittori recenti o addirittura viventi devono invece conquistare il diritto alla storicità. Tale diritto può essere concesso in base a vari requisiti: il principale è l’implicazione di un autore nella sua epoca; e poiché si tratta anche della nostra epoca, è naturale riconoscergli una funzione esemplare, testimoniale e, in definitiva, storica. Rispetto a questa condizione, passano in secondo piano altre doti necessarie, come il rilievo letterario (per esempio la centralità nello sviluppo di un genere o di una tradizione stilistica) o sociologico (per esempio il credito persistente al livello del consumo medio o medio-alto). Se la possibilità di essere storicizzati è il parametro fondamentale, non stupisce ed è anzi coerente l’apertura dei «Meridiani» a figure il cui prestigio non dipende tanto e solo dalla scrittura d’invenzione, quanto da quella critica, saggistica, giornalistica o di riflessione culturale in senso ampio: da Macchia a Praz, da Cecchi a Debenedetti, da Citati a Segre, il catalogo è ricco e composito (e di alcuni altri autori e autrici, non meno importanti, si sente la mancanza). Nella categoria rientra ora il «Meridiano» di Alberto Asor Rosa, Scritture critiche e d’invenzione, a cura di Luca Marcozzi, con un saggio introduttivo di Corrado Bologna e uno scritto di Massimo Cacciari .
Lo studio storico e critico della letteratura è senza dubbio il campo principale in cui Asor Rosa ha esercitato la sua funzione autoriale. Ora, se ogni atto critico è la risposta meditata a un’urgenza e presuppone una controversia interna o esterna, la monumentalità della forma- «Meridiano» potrebbe contraddirne la natura e lo scopo; potrebbe rischiare cioè di cristallizzare la critica promuovendola da mezzo a fine. Il volume di Asor Rosa assume questa potenziale contraddizione e ne fa implicitamente il cuore di una riflessione su critica e storia, su lunga durata e istanze del presente, che si dispiega attraverso le tre parti in cui è articolato: Critica e storia letteraria, Laboratorio politico e riflessioni sul mondo, Narrativa. Sono gli ambiti d’interesse e influenza in cui per decenni e fino a oggi si è sviluppata l’attività di Asor Rosa; era perciò opportuno dar conto di tutti e tre in una raccolta che rappresenta e fissa il carattere culturale del suo autore.

INTELLETTUALI E CLASSE OPERAIA
Includere diversi generi e forme ha reso ovviamente necessaria una scelta antologica di pagine e capitoli da alcuni dei libri più famosi: la sezione critica accoglie per esempio parti di Scrittori e popolo (1965, ancora oggi tra le opere più note e citate di Asor Rosa) e Scrittori e massa (2015); cinque capitoli provengono da Genus italicum (1997), in cui sono raccolti i saggi scritti per la Letteratura italiana di Einaudi da lui diretta. La sezione politica si apre su una scelta di saggi da Intellettuali e classe operaia (1973), per chiudersi con Fuori dall’occidente (il pamphlet sulla Guerra del Golfo uscito nel 1992) di cui è riprodotto il testo integrale. Infine, il settore degli scritti d’invenzione ospita il romanzo L’alba di un mondo nuovo (con cui Asor Rosa esordì nel 1992 nel genere narrativo) e due racconti da Amori sospesi (2017).
I capitoli di critica, estrapolati dai loro contesti e riletti qui, lasciano a volte il senso d’incompletezza del discorso interrotto (anche se le note di Marcozzi aiutano molto nel ricomporre il senso e l’intento dell’insieme); ma è chiaro che lo scopo del «Meridiano» non è quello di somigliare agli opera omnia. La sua funzione è piuttosto quella di rappresentare l’autore; la forma antologica, perciò, non è il risultato di un’esclusione ma la sintesi e la riconfigurazione di una personalità. È proprio sotto questa luce che si coglie il nesso tra il critico e la storia, che dovrebbe costituire il senso del «Meridiano» come libro. Un nesso, cioè, che fa di questo volume quasi il romanzo o l’avventura di un intellettuale nel Novecento e, di riflesso, un racconto soggettivo ed emblematico di mezzo secolo di cultura e politica, dall’ideologia della Resistenza discussa in Scrittori e popolo fino al diritto/dovere alla rinuncia, affermato dal protagonista del racconto conclusivo, Il Vecchione e la Bella Fanciulla. Se si trattasse davvero di una narrazione, la fabula sarebbe quella che si dispiega nell’ampia, partecipe cronologia curata ancora da Luca Marcozzi. Nell’‘intreccio’ risaltano alcuni personaggi-chiave, gli intellettuali-scrittori o scrittori-ragionatori: Italo Calvino, cui giustamente Asor Rosa riconosce il ruolo di autore-faro per tutto il secondo Novecento (per entrambi, osserva Bologna nel saggio introduttivo, la letteratura «insegna a “guardare” la realtà, ad “essere in mezzo al mondo”: ma soprattutto a scavarlo, a rovesciarlo»); Franco Fortini (il cui intento – ha scritto Asor Rosa recentemente a proposito della raccolta dei saggi fortiniani di Mengaldo – è stato quello «di farci capire e sentire in che mondi ci era capitato di vivere»); e Pier Paolo Pasolini, a cui in Scrittori e popolo è riservato l’ampio spazio necessario ad argomentare un giudizio profondamente critico.
A Pasolini in particolare si rimprovera un’idea di popolo ridotto a natura e animata da una tensione estetico-passionale; ma è proprio la radicalità della critica a renderlo un autore importante e, nel tempo, riconosciuto come esempio di scrittore intellettuale. Il libro del ’65 non poteva tener conto dello sviluppo che l’ideologia e la poetica di Pasolini avrebbe avuto nel decennio successivo. Ma, in Scrittori e popolo, ai passaggi più datati si alternano diagnosi nel complesso tuttora valide: la trasformazione del popolo «in mito, in immagine rovesciata di sé», così come la promozione di «tendenze folkloristiche» e di «smaccati provincialismi e dialettismi» resistono nell’immaginario letterario italiano e ancora di più nelle rappresentazioni cinematografiche o televisive.

IL GRANDE PESSIMISMO ITALIANO
Nei saggi di Genus italicum lo sguardo si sposta dal Novecento alla tradizione, fermandosi in particolare sulle figure di Francesco Guicciardini e di Paolo Sarpi. Al primo, Asor Rosa conferisce un rilievo uguale e contrario a quello riconosciutogli da De Sanctis. Per entrambi, Guicciardini incarna un tratto antropologico (il genus appunto) prima ancora che storico e filosofico; sennonché, dove De Sanctis vede un tratto di opportunismo e una deviazione dalla linea teleologica di una storia idealistica insieme letteraria e civile, Asor Rosa individua l’origine del «grande pessimismo italiano» sorto dalla «coraggiosa presa d’atto dell’irrimediabile conflitto tra mondo della pratica e mondo della ragione». Per questo Guicciardini e Sarpi (che nell’Istoria del concilio tridentino dà conto della crisi religiosa dell’Italia moderna), secondo Asor Rosa, descrivono meglio strutture di lunga durata e «appaiono più contemporanei nostri» di Gioberti, Mazzini e dello stesso De Sanctis. Per questo, ancora, le Lezioni americane e gli scritti tardi di Calvino, cui è dedicato l’ultimo estratto da Genus italicum, sono il punto di approdo da cui guardare a ritroso la tradizione (tutta e solo maschile: ora che siamo fuori dal Novecento, la questione va posta e i canoni vanno ripensati). Opere come le Lezioni e Palomar restituiscono «una visione totalmente disincantata dell’esistenza umana e del cosmo» continuando strenuamente a descrivere l’una e l’altro. Non è un caso che nell’attitudine del Vecchione, protagonista del racconto quasi allegorico che chiude il «Meridiano», si ravvisi qualcosa del signor Palomar, oltre e più che del personaggio sveviano a cui l’epiteto lo assimilerebbe: «Il mare sembrava un catino pieno d’olio: né brezze né ondicine ne movimentavano la superficie. Il Vecchione ne distolse lo sguardo imbronciato. Quando tutto era troppo uguale, come estrapolarne un senso, ricavarne un messaggio… come, in sostanza, conversare con l’immagine di un nulla?». Il fondo tragico del disincanto novecentesco spesso sfiora il nichilismo e desidera l’impassibilità. Descrivere questa condizione, rappresentarne il sentimento attraverso la letteratura è una via per sottrarvisi.

08 – L’AMERICA CHE GIÀ VOTA. URNE FAKE E VERE MILIZIE. IL TRUMPISMO GIOCA SPORCO, MA È TUTTO LEGALE, BALLOT HARVESTING, RATFUCKING, GERRYMANDERING, VOTE SUPPRESSION… TUTTI GLI IMBROGLI DELLA CAMPAGNA DEL TYCOON IN CRISI DI CONSENSI. Che al voto postale urla ai brogli senza prove, ma allo stesso tempo ci lavora. D’altro canto “fammi causa e forse la vinci, ma dopo le elezioni” è il mantra giudiziario dei repubblicani, di Roberto Zanini
Quando gli uomini del procuratore generale della California Xavier Becerras sono andati a controllare, non potevano quasi credere ai loro occhi. Quasi. Il seggio era là davanti a loro, come dicevano le segnalazioni, una cassa di metallo grigio scuro, una banda bianca con scritto “Official ballot box”, urna ufficiale. Ma di ufficiale non c’era proprio niente. Un “seggio” era davanti a una chiesa fondamentalista cristiana. Un altro davanti a un ben fornito negozio di armi. Un altro davanti a una sede del partito repubblicano… Ce n’erano una cinquantina, sparsi in diverse contee. Ed erano tutti finti.

Il fake ballot box è la nuova frontiera del pasticcio elettorale che la destra americana sta organizzando – ormai è evidente – con l’intento di impugnare la sempre più probabile (ma mai certa, mai) sconfitta di Donald Trump. Sfruttando il cervellotico, scalcinato, sottofinanziato e decentrato meccanismo elettorale americano. A Los Angeles, a Fresno, nella contea di Orange, qualcuno ha sparso questi box di raccolta dei voti postali, che sembrano uguali a quelli controllati e gestiti dallo stato, ma non lo sono.

Quel qualcuno è il Partito repubblicano della California: hanno acquistato 150 scatoloni di metallo, li hanno travestiti da urna elettorale, più somigliante possibile a quella vera, e da domenica hanno cominciato a installarli in giro per lo stato.
E non smetteranno, ha detto il portavoce dei Rep californiani Hector Barajas, neanche dopo le intimazioni giudiziarie cease-and-desist subito emesse dalle autorità statali. Perché il bello è che è legale. O meglio, fammi causa e forse vinci – ma dopo il voto. Esattamente il mantra giudiziario di tutte le attività elettorali dei repubblicani al tempo di Trump, che siano privati cittadini, articolazioni del partito, tribunali di nomina politica oppure stati governati dal Grand old party.

Ballot box repubblicana a Los Angeles (Ap)
Si chiama ballot harvesting (harvest è il raccolto), consiste nel fatto che tra l’elettore e lo stato si inserisce una terza parte, che si assume il compito di raccogliere le schede e consegnarle intatte alle strutture ufficiali che devo contare i voti.

Una terza parte? Che sfiora le urne? In Italia – e in ogni paese che non abbia privatizzato anche la democrazia rappresentativa, oltre a sanità, scuola, carceri e altre quisquilie – finirebbe in galera senza passare dal via. Negli Stati uniti è legale in 26 stati. Certo, con delle limitazioni – ad esempio quella di non dare o ricevere denaro per raccogliere le schede. Ma se non si è tanto idioti da farsi fare un bonifico, provare i pagamenti diventa difficile. Quanto alle schede intatte, si fa più o meno a fidarsi – della catena di custodia, o del partito di un presidente che ha invitato i suoi a “votare due volte” (comizio di Trump del 3 settembre: anche istigare al survoto sarebbe felony, ma uno cos’è presidente a fare?). È una pratica che occasionalmente compare nell’elezione di cariche locali come lo sceriffo, quando quartieri disagiati e sovrappopolati di disperati riscoprono il civismo e votano più che in Bulgaria – ecco, là è possibile che sia passato qualcuno con rotoli di hamilton (le banconote da 10 dollari) e capienti fake box. Ma per il presidente degli Stati uniti è una prima assoluta.

Non è una prima, invece, il ratfucking, cioè il puro sabotaggio – ai tempi di Nixon lo chiamavano “intrafottere”. Ma sta conoscendo un rinascimento. Project Veritas è un’organizzazione legale di destra con sede a Mamaronek, New York, finanziata da un trust a cui dona anche Donald Trump, specializzata nell’infiltrarsi in luoghi politicamente sensibili – comitati elettorali, sindacati, centri per l’aborto – per realizzare filmati, montarli in modo malizioso e ambiguo e diffonderli sui social come grandi denunce. Il suo capo, James O’Keefe, è stato sepolto di denunce e di condanne e ha già dovuto pagare grossi risarcimenti, ma non demorde – probabile che non paghi lui.

L’ultima è del 28 settembre: un video che “provava” come in Minnesota la deputata democratica Ilhan Omar stesse comprando voti postali. Il video non prova nulla di tutto ciò, c’è solo un agente provocatore che discute in tempi diversi di elezioni, di politica e anche di soldi. Ma sette minuti dopo che Project Veritas l’ha messo su Twitter, è stato scaricato e rilanciato come proprio da un altro utente, lo stesso utente che dopo altri due minuti ne ha lanciato una copia anche su Facebook, prima ancora che lo facesse Project Veritas.

Quell’utente era Donald Trump jr. Chi sia il regista e chi il braccio armato, e facile da capire. E di nuovo non è reato, come al solito: fammi causa, eccetera
Non è reato nemmeno il gerrymandering, favoloso neologismo composto dal cognome di Elbridge Gerry, vicepresidente nel 1813 sotto James Madison (quello che compare sulle – rarissime – banconote da 5.000 dollari) e da salamander, rettile che richiama l’estrema sinuosità dei confini dei collegi elettorali disegnati dall’antico vicepresidente: spostando un quartiere qua e uno là nei collegi rigidamente uninominali dove chi vince prende tutto, mr. Gerry rubò letteralmente un paio di cariche, regalando al mondo un metodo sicuro per imbrogliare alle elezioni. Messo temporaneamente fuorilegge, nel 2019 il gerrymandering è stato ri-dichiarato legale dalla Corte suprema appena imbottita del quinto e decisivo giudice trumpista, che ha dichiarato di non potersi pronunciare giuridicamente in quanto problema squisitamente politico. A fare causa e vincerla, il dentista repubblicano Robert A. Rucho, senatore statale del North Carolina. Una pacchia per i ridisegnatori di collegi di ogni colore – ma quelli blu-repubblicano sembrano più portati.

E da queste elezioni è tornata legale anche la cosiddetta voters task force. Ossia una milizia armata che “interloquisce” con gli elettori in coda per consegnare i voti postali o per votare nei normali seggi – e anche qui solito mantra: fategli causa e vincerete, ma dopo il voto. Nel 1981 in New Jersey il governatore repubblicano Keane vinse di duemila voti (su oltre due milioni) dopo che poliziotti fuori servizio, armati e con una fascia arancione dall’aria ufficiale al braccio, gironzolarono per i seggi dei quartieri neri chiedendo documenti o credenziali elettorali agli elettori in fila. Ne misero in fuga una quantità sufficiente a far vincere il loro uomo, il Comitato nazionale repubblicano fu denunciato e ottenne di chiudere la causa con un decreto giudiziario: non fatelo più per un certo numero di anni.

Nel 2018 il decreto è scaduto. E gli Oath Keepers, milizia nazionale di ultradestra interamente composta di agenti in servizio o a riposo fondata subito dopo l’elezione di Obama, hanno già dichiarato che accoglieranno l’invito di Trump a “vigilare sul voto”. Insomma, è probabile che si rivedano le armi ai seggi – e sarà legale, nella solita solita interpretazione. È talmente probabile che la Georgetown University ha aperto un numero verde per denunciare le squadracce elettorali – è 866-OUR-VOTE.

Stewart Rhodes, fondatore degli Oath Keepers
Per non parlare degli stati che riducono consapevolmente gli elettori. Appena si è reso conto dei sondaggi pro-Biden, il governatore repubblicano del Texas ha ridotto i ballot box per i voti postali a uno solo per contea. La Harris County texana ha 2,4 milioni di elettori. Un solo centro di raccolta. I ricorsi legali risalgono la catena alimentare della giustizia finché incappano in un giudice repubblicano, e là si fermano. In Texas è successo tre giorni fa. Racconti epici di code lunghe anche 11 ore, con brandine e generi di conforto come in un’emergenza civile, fioccano dal Texas alla Georgia ad altri stati che stanno già votando. Gli elettori in fila lo trovano un commovente segno di civismo. Il resto del mondo trasecola, Twitter ribolle di commenti allucinati, dall’indigente India fanno notare che persino loro sono più bravi a gestire le elezioni, dall’Australia raccontano che loro si scelgono il seggio, in base alla miglior rosticceria nei pressi, per l’obbligatorio “salsicciotto democratico” che si usa consumare dopo aver votato.

Curioso che il voto postale, inventato a fine Ottocento per permettere ai soldati della Guerra Civile di votare, sia il principale nemico di Trump. Nordisti e sudisti si scannavano lontani da casa ma nessuno pensò mai di impedire loro i diritti elettorali. Oggi si urla ai brogli senza alcuna prova, ma allo stesso tempo si lavora a produrli. Accade infatti che buone quantità dei voti postali siano escluse dal conteggio, ed è molto facile aumentare questa quantità. Nel 2016 sono stati scartati l’8,2% di tutti i voti postali, spesso per errori di processo – una firma leggermente diversa, l’arrivo della scheda oltre una certa data (alcuni stati chiedono la spedizione entro il 3 novembre, altri la consegna), un indirizzo cambiato e non ancora registrato… Senza buonafede, questa percentuale è destinata a salire enormemente.

I repubblicani puntano a un esito elettorale come quello che negli Usa si chiama mexican standoff, stallo alla messicana – descrive dei pistoleri che si puntano contemporaneamente. Proprio il vicino, corrotto, deplorevole Messico è il paese che ha il più fertile carniere di trucchi elettorali: ce n’è un vocabolario pieno. La catafixia, baratto tra cose di valore diverso (ti catafixio questa birra per quella sigaretta, o quel voto). Il carrusel, furgone di elettori trasportati a votare a ripetizione. Il raton loco, correzione abusiva dei registri per cui l’elettore viene inutilmente mandato da un seggio all’altro. La uña negra, un frego nero come un’unghiata che serve a far annullare le schede sgradite. E serve sempre un mapache, che significa procione ma indica l’ufficiale elettorale corrotto.
Le elezioni luride sono una specialità messicana, fin dall’incredibile blackout del 1988 che cancellò la vittoria del progressista Cuathemoc Cardenas e regalò la presidenza a Carlos Salinas, e al Messico il North Atlantic free trade agreement (Nafta) e l’Esercito zapatista di liberazione nazionale. Ma questa volta gli Stati uniti non temono confronti.

09 – LEGGE DI BILANCIO APPROVATA: PROROGA AIUTI E SOSPENSIONI. GOVERNO APPROVA MANOVRA 2021: CIG, ASSEGNO UNICO, RIFORMA FISCALE, AIUTI IMPRESE E LAVORO, PROROGA AL 31 DICEMBRE DELLO STOP ALLA RISCOSSIONE, di Redazione PMI.It
Proroga riscossione fino al 31 dicembre 2020, nuove settimane di cassa integrazione, risorse per la riforma fiscale, per il sostegno ai settori maggiormente colpiti dal Covid, proroga moratoria mutui, agevolazioni per le assunzioni dei giovani e per le imprese del Sud, taglio del cuneo fiscale fino a 40mila euro, assegno unico universale per i figli, proroga APe Sociale e Opzione Donna.
Sono le misure fondamentali contenute nella Legge di Bilancio 2021 e nel Decreto Collegato, entrambi approvati dal Governo in un Consiglio dei Ministri notturno, riunitosi nella notte fra sabato 17 e domenica 18 ottobre.
Un fine settimana particolarmente impegnativo per l’Esecutivo, che sta anche mettendo a punto il nuovo Dpcm con le misure anti-Covid previste per arginare la nuova fase di diffusione del contagio.
FISCO, LAVORO, IMPRESE: LE RIFORME IN LEGGE DI BILANCIO 2021
La Manovra da 40 miliardi è, come previsto, tutta concentrata sull’emergenza Coronavirus: ci sono nuove misure per sostenere l’economia e le famiglie, risorse per la sanità, misure di più ampio respiro, rivolte alla ripresa economica del post Covid. Vediamo i punti fondamentali.
RISCOSSIONE
Innanzitutto c’è un decreto collegato alla manovra che proroga al 31 dicembre lo stop alla riscossione. E’ forse la misura meno attesa, perché il Governo era favorevole alla ripresa dopo il 15 ottobre, ma il cambiamento di rotta è determinato dalla nuova fase di recrudescenza dei contagi. Risultato: fino al 31 dicembre sono sospese le notifica di nuove cartelle esattoriali, il pagamento delle cartelle precedentemente inviate e degli altri atti dell’agente della Riscossione, il periodo durante il quale si decade dalla rateizzazione con il mancato pagamento di dieci rate, anziché cinque.
PER CONSENTIRE POI LO SMALTIMENTO GRADUALE DI TUTTI GLI ATTI CHE SI ACCUMULANO, È STATA PREVISTA UNA PROROGA DI 12 MESI DEI TERMINI PER L’INVIO DELLE CARTELLE.

CASSA INTEGRAZIONE
Il comunicato del Governo annuncia che ci sono nuove settimane di Cig (non viene specificato quante), con lo stesso meccanismo che prevede la gratuità della cassa integrazione per chi ha registrato perdite oltre una certa soglia.

CONCILIAZIONE LAVORO-FAMIGLIA
Dal 2021, assegno unico per i figli, che viene esteso anche agli autonomi e agli incapienti. Prolungata la durata del congedo di paternità.

IMPRESE E LAVORO
Assunzioni agevolate giovani: azzerati per tre anni i contributi per le assunzioni degli under-35 a carico delle imprese operanti su tutto il territorio nazionale.
Fiscalità di vantaggio per il Sud;
Prorogato per il 2021 il credito di imposta per gli investimenti nelle Regioni del Meridione.
Proroga moratoria mutui e accesso alle garanzie pubbliche del Fondo Garanzia PMI e da SACE.
Fondo da 4 miliardi di euro a sostegno dei settori maggiormente colpiti durante l’emergenza COVID.
Internazionalizzazione imprese: sostegno aggiuntivo con uno stanziamento di 1,5 miliardi di euro.
Misure per la ripatrimonializzazione delle PMI.

PROROGA MORATORIA CREDITI, NUOVI SCAGLIONI IRPEF DA GENNAIO 2022
RIFORMA FISCALE.
Va a regime il taglio del cuneo fiscale per i redditi sopra i 28mila euro.
Riforma fiscale: stanziati 8 miliardi annui a regime, che servono anche per l’assegno unico, ai quali si aggiungeranno le risorse derivanti dalle maggiori entrate fiscali che confluiranno nell’apposito fondo “per la fedeltà fiscale”.
PENSIONI
Riforma Pensioni: APe Social anche senza NASpI 15 Ottobre 2020
Come previsto, ci sono la proroga dell’Ape sociale e dell’Opzione Donna.
ALTRE MISURE
SANITÀ: risorse per 4 miliardi. Sostegno del personale medico e infermieristico, con la conferma anche per l’anno 2021 di 30mila assunzioni tempo determinato fra medici e infermieri per il periodo emergenziale e del sostegno delle indennità contrattuali per queste categorie. Fondo per l’acquisto di vaccini e per altre esigenze correlate all’emergenza COVID-19. Aumentata di un miliardo di euro la dotazione del Fondo Sanitario Nazionale.
TRASPORTI PUBBLICI: incrementate le risorse per il trasporto pubblico locale, in particolare modo quello scolastico.
SCUOLA, UNIVERSITÀ E CULTURA: 1,2 miliardi di euro a regime per l’assunzione di 25mila insegnanti di sostegno, 1,5 miliardi di euro per l’edilizia scolastica.
CONTRIBUTO DI 500 MILIONI di euro l’anno per il diritto allo studio, 500 milioni di euro l’anno per il settore universitario, 2,4 miliardi all’edilizia universitaria e ai progetti di ricerca.
Vengono inoltre destinati 600 milioni di euro all’anno per sostenere l’occupazione nei settori del cinema e della cultura.






10 – COMMENTO. L’UNIONE EUROPEA NON DEVE SPRECARE I 750 MILIARDI DI EURO PER MIGLIAIA DI PROGETTI INDIVIDUALI, MA PIUTTOSTO UTILIZZATI PER PROMUOVERE IL CAMBIAMENTO STRUTTURALE VERSO LO SVILUPPO SOSTENIBILE E PER RIMUOVERE LE DISUGUAGLIANZE SOCIALI, TERRITORIALI E DI GENERE. L’UGUAGLIANZA DI GENERE NON RIGUARDA SOLO LA DEMOCRAZIA, MA ANCHE LA PROSPERITÀ SCRITTO da Laura Boldrini
La Commissione Europea e il Consiglio Europeo hanno stanziato 750 miliardi di euro per rilanciare l’economia colpita dalla crisi del COVID-19. L’Italia riceverà 209 miliardi di euro: più di un quarto del piano Ue Next Generation. Siamo quindi il primo Stato beneficiario in termini di importo dei fondi erogati dall’Unione.
Per questo il nostro Paese ha davanti a sé un’opportunità storica, che deve essere colta: queste risorse non vanno disperse in mille piccoli ruscelli alla ricerca di un consenso immediato, ma vanno utilizzate per promuovere il cambiamento strutturale verso lo sviluppo sostenibile e per rimuovere , disuguaglianze territoriali e di genere.
In Italia la disuguaglianza di genere ha assunto negli anni una dimensione patologica, come attestato dai dati del secondo trimestre 2020 sull’occupazione femminile: solo il 48% delle donne ha un impiego, contro il 60% in Francia o il 70% negli Stati Uniti Regno. Particolarmente critica la situazione al Sud: 32% di occupati femminili, con un minimo negativo del 29% in Sicilia.
COVID è una delle ragioni di questa situazione di sviluppo latente. Le donne hanno pagato un prezzo più alto durante la crisi pandemica in termini di occupazione, qualità della vita e carico di lavoro, sia nel difficile periodo del blocco, ma anche nella complessa fase della ripresa, intesa come convivenza con il virus in queste settimane .
Alla luce di questa importante situazione, noi, come Intergruppo della Camera delle donne, che riunisce più di 70 membri di sesso femminile di diversi gruppi politici, abbiamo scritto una serie di proposte in un documento.
L’obiettivo è chiaro: che i progetti – che saranno presentati dal governo, utilizzando risorse europee – debbano andare nella direzione della costruzione dell’uguaglianza di genere, cioè promuovere l’occupazione femminile e migliorare la qualità della vita delle donne.
Questo documento è stato inviato a tutti i capigruppo della Camera dei deputati, sollecitando che l’uguaglianza di genere emerga come una priorità negli atti parlamentari riguardanti il Fondo per il recupero.
Il testo contiene 16 proposte presentate affinché la ripresa fornisca ciò di cui le donne hanno bisogno.
Tra questi vorrei citare:
• garantire una pari presenza di competenze femminili negli organi di controllo e gestione dei fondi dell’UE, ogniqualvolta si concretizzino;
• promuovere l’occupazione e l’imprenditorialità femminile attraverso un piano nazionale, con la creazione di un fondo speciale per le imprese gestite da donne;
• valutare l’impatto di genere per tutti i fondi spesi;
• stabilire l’obbligo di un’equa distribuzione delle risorse per tutte le società che ricevono sussidi dallo Stato, quale condizione per l’erogazione dei fondi;
• ridurre il digital divide che ancora oggi penalizza le donne;
• contrastare il divario di genere nei salari e nelle carriere;
• stabilire l’obbligo di compilare il budget aziendale in un’ottica di genere, per tutte le aziende che ricevono finanziamenti statali e come condizione per ottenerli;
• allungando il congedo di paternità a tre mesi e rendendolo obbligatorio.
Si tratta di proposte concrete in linea con la campagna #HalfOfHit promossa dall’eurodeputata Alexandra Geese, che sta lavorando per questa iniziativa a Bruxelles insieme a molte altre eurodeputate.
Deve essere chiaro che stiamo giocando con il presente e il futuro dell’Europa. E senza donne, questo presente e questo futuro non si possono costruire. Anche, e soprattutto, in Italia.
Come ha sottolineato Linda Laura Sabbadini, se cresce l’uguaglianza di genere, crescerà anche il PIL nazionale.
Lo dice anche la Banca d’Italia: con il raggiungimento del 60% di occupazione femminile, il Pil crescerebbe di 7 punti percentuali. È una questione democratica, ovviamente, ma anche economica. Non perdiamo l’occasione!
Laura Boldrini è membro del parlamento del Partito Democratico e coordinatrice intergruppo della Camera per le donne, i diritti e le pari opportunità.

11 – L’IMPEGNO DEL COMITATO PER IL NO AL REFERENDUM COSTITUZIONALE NON SI FERMA . IL 20 E 21 SETTEMBRE, IL REFERENDUM INDETTO PER APPROVARE O RESPINGERE LA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE IN MATERIA DI RIDUZIONE DEL NUMERO DEI PARLAMENTARI HA VISTO AFFERMARSI CON IL 69,96 PER CENTO IL SÌ. Alfiero Grandi*
A un mese dal referendum, il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, che ha dato vita nel 2016 al Comitato per il No, riprende l’iniziativa convocando un’assemblea nazionale entro la metà di novembre
Nel documento “PER UN RILANCIO DELLA NOSTRA INIZIATIVA” emergono i due punti principali per la discussione: puntare a una nuova legge elettorale e bloccare l’autonomia regionale differenziata
A un mese dal referendum del 20/21 settembre sul taglio del parlamento il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, conclusa la fase dell’impegno attraverso il Comitato per il No al taglio del parlamento, riprende l’iniziativa chiamando a raccolta anzitutto le energie che si sono mobilitate nei diversi territori (185 comitati territoriali) del nostro paese in una prossima assemblea nazionale che si svolgerà entro la metà di novembre.
Una ristrutturazione del sito e della pagina FB hanno l’obiettivo di mantenere in vita il dialogo e la capacità di iniziativa tra le diverse esperienze che sono unificate dall’adesione alla Costituzione e vogliono realizzare i suoi princìpi, che sono messi in discussione con troppa leggerezza, anziché attuare, come sarebbe necessario, i diritti che la Costituzione prevede e adottare le misure che possono rimuovere gli ostacoli all’uguaglianza dei cittadini (art3). Argomento rilanciato con grande forza da Papa Francesco nella sua recente enciclica.

Il Coordinamento, insieme a tutte le componenti che hanno svolto il loro impegno nella campagna referendaria, ha l’obiettivo di mantenere in vita la partecipazione democratica che ha costretto a parlare di Costituzione e contrastato scelte che possono dare frutti avvelenati come il taglio del parlamento. Il documento titolato “Per un rilancio della nostra iniziativa” pone le basi per la discussione nella prossima assemblea nazionale e parte da una descrizione sincera del risultato del referendum.

Afferma il documento: “Malgrado condizioni pesanti contrarie, il risultato del referendum costituzionale sul taglio del Parlamento ha visto non solo la vittoria del Sì ma anche un buon risultato del No, che con oltre il 30 per cento dei consensi ha reso evidente che il contrasto al populismo e alla demagogia è non solo doveroso ma possibile.

La campagna del No è stata un importante contributo alla vitalità della nostra democrazia, ha costretto il Sì ad impegnarsi nella campagna elettorale, ha impedito che passasse sotto silenzio un appuntamento di grande rilievo costituzionale come il referendum, evitando un plebiscito, e ha mobilitato energie rilevanti in tutto il Paese a sostegno della Costituzione e dei suoi istituti fondamentali, come il Parlamento.

Ha pesato negativamente l’inadeguatezza di questo Parlamento rispetto al ruolo centrale che la Costituzione gli assegna come rappresentante dei cittadini, per i deficit dei partiti spesso ridotti a comitati elettorali, grazie a leggi elettorali che dal “Porcellum” ad oggi hanno sottratto ai cittadini la scelta diretta di chi eleggere consegnando questo potere ai capi partito. Il Coordinamento sottolinea di avere difeso il ruolo del Parlamento previsto dalla Costituzione, in contrasto con l’uso smodato e improprio dei Decreti legge, dei voti di fiducia, dei maxi emendamenti, a cui il M5Stelle vorrebbe aggiungere il vincolo di mandato oggi escluso dall’articolo 67 della Costituzione, malgrado l’evidente inadeguatezza della sua attuale qualità e della scarsa capacità di operare con autonomia, onore e responsabilità.

Non ci siamo chiesti se la vittoria del No era certa o possibile ma se era giusto impegnarsi per affermarne le ragioni. Il risultato è che il No è passato dal 10 per cento dei primi sondaggi ad oltre il 30 per cento.

Non nascondiamo che a differenza del 2016 settori sociali fondamentali, colpiti dalla crisi causata dalla pandemia, non si sono impegnati nello stesso modo, come ad esempio parte del mondo del lavoro e i sindacati, mentre altre associazioni, a partire da Anpi e Arci, si sono impegnate per il No. Inoltre abbiamo avuto una forte interlocuzione con altri Comitati a partire dai giovani di Nostra e da Noi No promosso dalla Fondazione Einaudi. .

La vittoria del Sì non ha affatto stabilizzato la situazione, anzi è più che mai necessario intervenire in tutte le sedi per evitare che il taglio si trasformi in una lesione irreversibile della centralità e rappresentatività del Parlamento. La crescita del ruolo dei presidenti delle Regioni, che puntano all’autonomia differenziata, a scapito dei partiti e del Parlamento, favoriscono una tendenza verso soluzioni accentratrici e presidenzialiste che stravolgerebbero la nostra Costituzione.

DUE SONO I PUNTI ESSENZIALI DEL NOSTRO IMPEGNO:

1. PUNTARE AD UNA NUOVA LEGGE ELETTORALE CHE SUPERI LE LISTE BLOCCATE, consenta ai cittadini di scegliere direttamente i loro rappresentanti, da eleggere su base proporzionale con una correzione attraverso un collegio nazionale. Del resto il Coordinamento ha promosso già prima del referendum una raccolta di firme in calce ad un documento per una legge elettorale proporzionale e un Progetto di legge. Cercheremo di costruire convergenze con quanti oggi condividono gli stessi obiettivi a fronte del pericolo concreto che non si riesca ad approvare una nuova legge elettorale proporzionale, con il diritto degli elettori di scegliere direttamente il candidato.

2. BLOCCARE L’AUTONOMIA REGIONALE DIFFERENZIATA, che metterebbe a rischio l’unità nazionale e darebbe più forza a quanti propongono una forma di governo presidenziale che invece deve essere bloccata. Esattamente questo è il disegno di radicale stravolgimento della Costituzione che la destra vuole realizzare. Contrastare le attuali spinte centrifughe delle Regioni che con le loro divaricazioni stanno già creando disparità nell’esercizio dei diritti fondamentali dei cittadini italiani, ad esempio quello alla salute – come si è visto nel corso dell’attuale pandemia – confermando le preoccupazioni sulla tenuta dell’unità nazionale.

Inoltre è necessario avviare una riflessione su come sottrarre le modifiche della Costituzione alle convenienze politiche del momento, ridefinendo il processo di revisione che attualmente le consegna a una maggioranza che spesso coincide con quella del governo. Anche i regolamenti parlamentari dovranno essere modificati, superando meccanismi iper maggioritari, mettendo limiti ai Decreti legge, ai voti di fiducia, ai maxi emendamenti, definendo le garanzie per l’opposizione, garantendo spazi all’iniziativa dei parlamentari.

LA NOSTRA ATTENZIONE VA RIVOLTA ANCHE AD ALTRI ASPETTI DELL’ATTUAZIONE DELLA COSTITUZIONE COME AD ESEMPIO LA REGOLAZIONE LEGISLATIVA AI SENSI DELL’ART. 49 DELLA VITA DEMOCRATICA DEI PARTITI.
L’Italia è di fronte ad un passaggio cruciale e deve usare le risorse europee e nazionali sia per intervenire sulle aree di disagio sociale che per ridare slancio ad un’economia reindirizzata alla tutela del territorio e dell’ambiente, alla ricerca e alla crescita scolastica, alla diffusione di tecnologie innovative, con al centro l’occupazione di qualità, in particolare per i giovani. Questa fase non può essere gestita in sedi accentrate ma solo ridando centralità al Parlamento e coinvolgendo le forze sociali fondamentali a partire dai Sindacati. E’ necessaria una diffusa mobilitazione per spingere questo Parlamento, con tutti i suoi limiti, a riscattare un’immagine negativa, che ha non poco contribuito alla vittoria del Si, sfidandolo a recuperare il suo ruolo di rappresentanza delle istanze della società.
Conclude il documento: “Questi obiettivi della nostra battaglia e il protagonismo dei Comitati territoriali per il No, che ha messo in moto importanti energie, richiedono una riflessione particolare per far sì che il Coordinamento per la Democrazia costituzionale possa valorizzare, rilanciare e meglio strutturare le forze che dal 2016 ad oggi sono state con noi in difesa dei valori della Costituzione.
Alfiero Grandi
Vice presidente del Coordinamento per la Democrazia Costituzion

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