20070201 15:24:00 webmaster
Iacopo Venier (Deputato e responsabile esteri PdCi)
Polemiche politiche:Allende versus Che Guevara? Entrambi sono caduti per la libertà e il socialismo. Le dichiarazioni del Presidente della Camera in viaggio in America Latina non passano inosservate
Il Presidente della Camera continua imperterrito nel suo tentativo di strumentalizzare la storia a sostegno del proprio disegno politico. Alla spasmodica ricerca di un nuovo album di famiglia compatibile con il progetto di un partito non più comunista, non più socialista ma molto radical-chic Bertinotti non ha trovato di meglio che tentare di mettere in contrapposizione la figura di Allende con quella di Che Guevara.
Sul piano storico si tratta di una operazione oltre il limite del ridicolo.
E’ infatti indiscutibile che Allende e Guevara hanno interpretato, in contesti diversi, la comune aspirazione di liberare l’America Latina dall’oppressione, dal neo-colonialismo, dagli interessi delle multinazionali Usa. Allende ed il Che (persone ovviamente diverse per profilo culturale, politico ed anche caratteriale) si battevano però, entrambi, per la libertà ed il socialismo e sono caduti, combattendo, sotto i colpi della reazione e della CIA.
L’uccisione e l’esposizione del corpo del Che, come il Golpe in Cile dieci anni dopo, furono il modo feroce con cui gli Stati Uniti vollero far capire all’intera america latina la ferrea legge del loro dominio che non prevedeva alcuna via di uscita dallo sfruttamento (che fosse rivoluzionaria o parlamentare).
Il Golpe cileno aprì le porte allo sterminio sistematico di una intera generazione di rivoluzionari, di democratici, di comunisti, di progressisti latinoamericani.
Non ha alcun senso nemmeno contrapporre la sconfitta cilena alle splendide vittorie (tra cui quella cubana e quella vietnamita) che caratterizzarono la lotta dei popoli del sud del mondo per la propria libertà ed emancipazione nella seconda metà del secolo scorso.
Se dobbiamo ragionare sulla storia del secolo scorso e sui suoi protagonisti dobbiamo smettere di spulciare le figurine dell’album di famiglia tenendo quelle che oggi ci sembrano meno imbarazzanti. Seguendo Bertinotti invece non possiamo che ricadere in una visione semplicistica del ruolo di queste due grandi personalità relegando Guevara ad una icona rivoluzionaria ed Allende a leader visionario, profeta disarmato, una sorta di irresponsabile incapace di prevedere la tragedia.
Scegliere però tra un socialista di sinistra ed un comunista rivoluzionario non ha senso nemmeno sul piano della attualità politica.
La sinistra latinoamericana (a differenza di quella europea) non ha affatto tagliato i fili della propria storia. Al contrario ne è orgogliosa e ha saputo intrecciare storie e culture diverse e queste oggi confluiscono nel crogiolo di una nuova, inedita, identità.
Infine è ormai lampante che, sia D’Alema (scegliendo con cura i propri interlocutori privilegiati) sia Bertinotti (con questo maldestro tentativo di strumentalizzazione storica) stanno provando a dividere la politica e la storia latinoamericana. E’ una operazione aggressiva e destinata a fallire perché proprio dalla sua difficile unità (si pensi all’esperienza del Forum di San Paolo dove tutta la sinistra continentale si riunisce annualmente) la sinistra latinoamericana ha trovato la forza di reagire al peggio e la strategia necessaria a capovolgere a proprio favore i rapporti di forza nell’intero continente.
Bertinotti e D’Alema sono però vittime del solito tic eurocentrico e pensano di poter scegliere a casa d’altri il menù che più loro piace. Dietro a questa mancanza di stile emerge molto evidente un grande nervosismo di fronte al fatto che in quel continente, a differenza dell’Europa, la trasformazione verso un nuovo il socialismo è all’ordine del giorno.
Bertinotti e D’Alema, dovrebbero smettere di cercare di far litigare i vivi ed i morti per coprire le proprie difficoltà e togliersi il cappello in segno di rispetto verso questi due "giganti" del passato.
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EmiNews 2007
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