6351 Croce Rossa: ora la Striscia di Gaza si trova in una "totale" crisi umanitaria

20090106 22:10:00 redazione-IT

Oggi a Ginevra il Comitato internazionale della Croce Rossa (Icrc) ha detto che ora la Striscia di Gaza si trova in una "totale" crisi umanitaria. Il capo delle operazioni Icrc, Pierre Kraehenbuehl, ha detto che la situazione dei civili palestinesi è "estrema e traumatica dopo 10 giorni di combattimenti ininterrotti".

Lo staff della Croce Rossa a Gaza ha riferito che la notte tra lunedì e martedì è stata "la più spaventosa di tutte" da quando Israele ha lanciato l’offensiva di terra nella Striscia di Gaza quattro giorni fa, ha riferito Kraehenbuehl. Il numero di civili uccisi o feriti è in continua crescita, ha spiegato ai giornalisti in una conferenza stampa. Il fragile sistema di rifornimenti, ha poi aggiunto, potrebbe collassare da un momento all’altro lasciando mezzo milione di persone senza acqua potabile e a rischio di malattie.

Gli israeliani a Khan Younis, roccaforte di Hamas

Furiosi combattimenti hanno avuto luogo nella notte nella Striscia di Gaza, mentre l’offensiva militare israeliana contro Hamas è entrata nel suo undicesimo giorno. Intense colonne di fumo nero si innalzano verso il cielo sopra la città di Gaza, mentre carri armati israeliani sono entrati oggi poco prima dell’alba a Khan Younis, la più grande città del sud della Striscia e roccaforte di Hamas. Sei militanti palestinesi sono stati uccisi nella località di Deir al-Balah, mentre tre soldati di Tsahal sono morti per "fuoco amico".

Approfittando dell’oscurità e sostenuti da elicotteri da combattimento, i carri armati israeliani hanno sparato cannonate a Khan Younis, dove sarebbe asserragliato un nutrito gruppo di esponenti di Hamas. Gli uomini del movimento islamico hanno risposto al fuoco e violenti combattimenti sono ancora in corso nel quartiere di Abassan.
Scontri a fuoco si registrano anche nella zona centrale della Striscia, dove sei miliziani sono morti: secondo quanto si è appreso, le vittime erano quattro esponenti di Hamas e due del Jihad Islamico. I militanti si trovavano in una casa colpita da una granata lanciata da un carro armato israeliano durante l’offensiva terrestre in corso nella zona. Altri quattro palestinesi, inoltre, sono stati feriti da un bombardamento aereo nella località di Jabaliya, nel nord della Striscia.

Un episodio di ‘fuoco amico’ invece ha ucciso tre soldati israeliani e ne ha feriti altri 24, a riprova della delicatezza delle operazioni militari in una zona densamente abitata come la Striscia. Secondo l’esercito, le vittime sono state colpite da un colpo di mortaio "vagante" sparato da un carro armato israeliano. L’ipotesi che fossero stati uccisi da una bomba nascosta da Hamas in un edificio è stata scartata dalla radio israeliana. Il bilancio complessivo delle vittime di Tsahal dall’inizio dell’offensiva terrestre è salito così a quattro morti. La guerra ha fatto già – secondo fonti mediche – 635 morti tra i palestinesi e oltre 2.700 feriti.

L’alto commissariato Onu per i rifugiati ha richiesto l’apertura delle frontiere per permettere ai palestinesi che lo desiderano di lasciare Gaza. Intanto ieri, a dispetto delle pressioni internazionali, il premier israeliano Ehud Olmert ha respinto qualsiasi ipotesi di cessate-il-fuoco nella Striscia di Gaza senza un’assicurazione della fine totale dei lanci di missili palestinesi contro Israele.

Oggi a Ginevra il Comitato internazionale della Croce Rossa (Icrc) ha detto che ora la Striscia di Gaza si trova in una "totale" crisi umanitaria. Il capo delle operazioni Icrc, Pierre Kraehenbuehl, ha detto che la situazione dei civili palestinesi è "estrema e traumatica dopo 10 giorni di combattimenti ininterrotti".

Lo staff della Croce Rossa a Gaza ha riferito che la notte tra lunedì e martedì è stata "la più spaventosa di tutte" da quando Israele ha lanciato l’offensiva di terra nella Striscia di Gaza quattro giorni fa, ha riferito Kraehenbuehl. Il numero di civili uccisi o feriti è in continua crescita, ha spiegato ai giornalisti in una conferenza stampa. Il fragile sistema di rifornimenti, ha poi aggiunto, potrebbe collassare da un momento all’altro lasciando mezzo milione di persone senza acqua potabile e a rischio di malattie.

La situazione drammatica della Striscia, descritta dai funzionari della Croce Rossa internazionale, è speculare a quella del più grande nosocomio di Gaza, l’ospedale Shifa, descritta ad alcuni quotidiani tedeschi da un anestesista norvegese, il dottor Gilbert, l’unico medico occidentale presente in questo momento nel territorio – insieme a un suo connazionale -, entrato a Gaza attraverso il valico di Rafah il giorno di Capodanno, solo in seguito alle forti pressioni esercitate dal governo del suo Paese sulle autorità egiziane. «I corridoi sono pieni di persone mutilate, ho perso il conto delle amputazioni – ha affermato il medico – . Tutti i vetri dell’ospedale sono in frantumi e abbiamo una temperatura di 7 gradi, con i pazienti che tremano di freddo, così come i medici e gli infermieri». Secondo il racconto di Gilbert, i militari israeliani in queste ore starebbero ostacolando i soccorsi e avrebbero addirittura sparato, «intenzionalmente», a «due ambulanze uccidendo due sanitari».

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