20091201 11:03:00 redazione-IT
Pierpaolo Cicalò presidente dell’Istituto autonomo Fernando Santi della Sardegna: Vogliamo dare continuità alle iniziative di valorizzazione della lingua sarda
Alla fine di novembre si è tenuto si è svolto in Berlino il II° Convegno: Sa literatura sarda sartende fronteras” ovvero“ La letteratura sarda oltre le frontiere. Pierpaolo Cicalò presidente dell’Istituto autonomo sardo Fernando Santi che ha promosso l’iniziativa ha espresso soddisfazione per il successo del convegno che fa seguito al precedente svoltosi in Spagna confermando l’impegno a dare continuità e periodicità all’evento mirato alla valorizzazione della lingua sarda. Nell’incontro sono state affrontate le problematiche che incontrano sia gli scrittori sardi sia chi si avvicina alla lingua sarda come traduttore.
Sono stati sviluppate e messe a confronto diverse tematiche che aiutano meglio a capire le difficoltà che si presentano quando si cerca di trovare una soluzione ai problemi derivati dall’utilizzo della lingua sarda. Si può affermare che mentre nella lingua parlata le difficoltà e le diversità possono essere in un certo qual modo superate, non altrettanto accade per la lingua scritta. Infatti,così come argomentato dagli intervenuti sia scrittori ( Nanni Falconi) che editori (Francesco Cheratzu editore Condaghes) o cultori della lingua ( Xavier Frias Condè di Madrid e Guido Mensching di Berlino) le difficoltà nella lingua scritta derivano da una mancanza della lingua standard di riferimento per tutti
Infatti quello che avviene per le altre lingue minoritarie,catalano, galiziano o friulano, che si sono dotate di una “ base linguistica comune” non avviene per la lingua sarda.
Vi è una forma linguistica usata nelle amministrazioni ma non “comune”. La Lingua Sarda Comune ( L.S.C.) usata nelle amministrazioni trova valore nelle applicazioni strettamente legate all’attività legislativa ma non nella praticità delle traduzioni.
Queste sono solo in parte alcune delle difficoltà insite nell’utilizzo e/o divulgazione della lingua sarda che per incomprensioni ormai storiche creano sempre maggiori ritardi nella realizzazione di quella che dovrebbe diventare la lingua standard di riferimento.
Il professor Xavier Frias Condè dell’Università a distanza di Madrid (UNED) intervenendo al riguardo ha affermato” Quando si parla del valore dello standard per una lingua di minoranza come il sardo, si può fare un approccio da tutti i punti di vista. Io credo che nessuna lingua di minoranza potrà sopravvivere nel secolo XXI senza essere standardizzata; infatti, tutte le lingue di minoranza hanno uno standard che serve come lingua scritta, non per forza come lingua parlata. Comunque, quando si tratta di spiegare a che cosa serve uno standard linguistico per il sardo, vorrei dire che serve per diventare una lingua unificata con una proiezione internazionale della sua letteratura. Non esistendo una letteratura forte in lingua standard, non esisterà una letteratura in lingua sarda, mentre invece esisterà una letteratura nei dialetti sardi (oppure "letterature sarde"). La differenza tra lingua e dialetto ha qui un’importanza eccezionale, e ne deriverà la differenza fra l’estinzione o la continuità di una lingua di minoranza in un’epoca di globalizzazione”.
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EmiNews 2009
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