7630 V CONFERENZA LAZIALI NEL MONDO/ CIPRIANI: I SUGGERIMENTI EMERSI RAPPRESENTANO UN MATERIALE PREZIOSO

20091130 19:09:00 redazione-IT

V CONFERENZA LAZIALI NEL MONDO/ CIPRIANI: I SUGGERIMENTI EMERSI RAPPRESENTANO UN MATERIALE PREZIOSO PER IL PROSSIMO PIANO TRIENNALE PER GLI EMIGRATI LAZIALI ALL’ESTERO/ IL DOCUMENTO FINALE DELLA CONFERENZA

ROMA – “Siamo arrivati alla conclusione della V Conferenza regionale dell’emigrazione, una conferenza dove con piacere ho potuto constatare la partecipazione delle realtà associative di tutto il mondo, delle Federazioni e dei Consultori regionali e che ha dato a tutti noi l’opportunità di esporre le proprie esperienze e manifestare esigenze che necessitano di essere accolte”. Così ha esordito Miriam Cipriani, direttore regionale dei Servizi Sociali della regione Lazio, alla quale è toccato il compito di illustrare il documento finale della Conferenza dei laziali nel mondo aperta venerdì scorso a Frascati e chiusa ieri a Roma, al Museo nazionale dell’Emigrazione.

“Ritengo che questi tre giorni” ha proseguito la Cipriani “abbiano costituito un valido momento di riflessione e di confronto per cercare soluzioni a problemi individuati come prioritari nelle pre-conferenze continentali. Lo spirito che ha animato questa conferenza è stato quello di individuare percorsi in grado di rispondere concretamente alle nuove aspettative e problematiche sorte dopo la prima fase di integrazione sociale nel Paese di residenza. Sono passati 10 anni dall’ultima conferenza regionale, e da allora si sono verificati eventi che hanno influenzato l’approccio della Regione alla politica dell’emigrazione: la riforma costituzionale del 2001, ad esempio, ha rafforzato l’autonomia delle regioni per alcuni aspetti della politica estera, facendone il principale riferimento istituzionale per le comunità all’estero; mentre l’esercizio del diritto di voto all’estero, riconosciuto con la Legge 459 del 2001, ha portato nell’attuale legislatura 12 deputati e 6 senatori nel Parlamento”.
“L’emigrazione italiana nel mondo” ha ricordato, quindi, il Direttore Cipriani “ha rappresentato uno dei tratti più peculiari e caratteristici dell’intera storia italiana contemporanea. Anche altri paesi hanno conosciuto e conoscono flussi migratori di grande portata, ma è difficile trovare altri esempi come quello italiano, così intensi e a lungo distribuiti nel tempo e così diversificati per luoghi d’arrivo. L’Italia è il più grande paese di emigranti della storia contemporanea, non solo verso altri nazioni o continenti ma anche verso altre regioni al suo interno. Un solo esempio è il caso dell’emigrazione dal Nord Italia nella provincia di Latina in occasione della bonifica della palude pontina (circa 30.000 persone dal ’32 al ’39 emigrarono prevalentemente dal Veneto e dal Friuli Venezia Giulia). Per ricordare alcuni dati: Dal 1955 al 1975 il saldo migratorio sud/nord fu di 2.344.839. Il saldo migratorio verso l’Europa dal 1946 al 1970 fu di 1.521.000. I discendenti dei 27 milioni di emigranti (14 al netto dei rientri) si stimano intorno ai 60 milioni. Nella Vecchia migrazione di fine ‘800 le Aree a maggior esito migratorio, anche se il comune di Roma resta al primo posto, son quelle dell’alto reatino – che sono emigrati quasi tutti in sud America – la zona della Ciociaria e il sud pontino”.
Tornando ai giorni nostri la Cipriani ha ricordato come siano attualmente “circa 4 milioni (3.915.767) gli italiani residenti all’estero. Di questi 346.067 sono laziali. Lo rileva il “Rapporto italiani nel mondo 2009” della Fondazione Migrantes. L’emigrazione italiana è in prevalenza euro-americana: più della metà dei nostri connazionali emigrati vivono in Europa (55,8%) e più di un terzo nelle Americhe (38.8%). Il 3.2% in Oceania, l’1.3% in Africa, lo 0.8% in Asia. Il Lazio è la terza regione per numero di emigrati, dietro la Sicilia e la Campania. L’emigrazione laziale invece si concentra per il 62.4 % nelle Americhe, 28% in Europa, 2.1% in Australia, 1.1% in Sud-Africa. Ad oggi sono circa 100 le associazioni regionali di emigranti laziali riconosciute e iscritte al Registro della Regione Lazio, di cui 15 in Europa, 27 in Australia, 19 in Sud America, 5 negli Stati Uniti, 35 in Canada, 1 in Sud Africa”.
Quanto alle associazioni “hanno finora svolto” ha sottolineato la Cipriani “un ruolo determinante nell’attenzione al capitale umano e nel mantenimento delle relazioni: il loro contributo è e resta fondamentale per il recupero e il mantenimento della memoria di un’esperienza migratoria che non si riduca solo all’immagine stereotipata degli italiani di grande successo all’estero, ma che consenta di apprezzare anche i numerosi, piccoli grandi traguardi raggiunti nel quotidiano dagli emigrati in un Paese straniero. I problemi che vivono oggi le nostre comunità all’estero fortunatamente non sono più per la maggior parte connessi alle dinamiche di inserimento o a problemi derivanti dall’isolamento e dalla distanza con il nostro Paese. Dove vengono rispettate le diverse identità culturali e dove si attua una concezione della cittadinanza aperta e inclusiva, i flussi migratori si trasformano da problema a opportunità di crescita e di sviluppo.

Io ritengo che nelle dinamiche di un mondo globalizzato la presenza nel mondo di oltre 4milioni di connazionali possa costituire un importante/strategico punto di forza per lo sviluppo di approcci multilaterali. Si sta aprendo una nuova fase della nostra emigrazione, e anche in questa nuova fase le realtà associative sono chiamate ad avere un ruolo da protagonista nel riavvicinare le nuove generazioni di figli e discendenti di emigrati alla propria regione d’origine. Il nostro comune obiettivo deve essere conciliare le esigenze delle nuove generazioni, che valorizzate possono costituire una risorsa importante e contribuire al processo di internazionalizzazione della nostra regione. Il ruolo delle giovani generazioni in questo nuovo contesto internazionale è e sarà essenziale. Ed è proprio partendo da tale considerazione che la Regione Lazio intende riconoscerne la centralità, consapevole di dover operare una svolta nelle strategie di comunicazione e di interazione con i giovani delle proprie comunità di emigrati all’estero”.
Venendo ai lavori della Conferenza, la Cirpiani ha rilevato che “questi tre giorni di lavoro hanno visto la partecipazione attiva dei rappresentanti delle comunità di laziali all’estero i quali hanno dato il loro valido contributo all’interno dei gruppi di lavoro sulle tematiche individuate in sede di preconferenza ed in particolare: lingua e cultura italiana tra multiculturalità e intergenerazionalità; cittadinanza, partecipazione e rappresentanza: ruolo dell’associazionismo;lavoro e imprenditorialità tra il mercato locale e quello globale; comunicazione e informazione”.

A questo punto la Cipriani ha riassunto ciò che è emerso dal lavoro dai 4 Tavoli tematici. Ecco quanto esposto per ciascuno dei 4 tavoli:

“Lingua e cultura italiana tra multiculturalità e intergenerazionalità
La lingua e la cultura rappresentano il modo più profondo di unione e riconoscimento di un popolo.

Dai gruppi di lavoro è emersa la necessità di continuare a diffondere e mantenere viva la lingua e la cultura italiana attraverso: forme di partenariato con le università per l’insegnamento dell’italiano, con particolare attenzione ai corsi rivolti ai bambini e ai figli di terza e quarta generazione; la creazione di laboratori per il recupero e la trasmissione delle tradizioni e dei mestieri che stanno sparendo, ma che veicolano un ricco patrimonio culturale; l’utilizzo degli strumenti e delle tecnologie informatiche ed interattive per favorire l’incontro tra i giovani, le associazioni e la Regione Lazio in modo da soddisfare il desiderio di maggior collegamento tra italiani nel mondo. Rientra in questo ambito la proposta di acquistare un software specifico di didattica per l’insegnamento on line dell’italiano. Tale necessità è riconfermata anche dal gruppo di lavoro sulla Comunicazione e Informazione.
È un atto di maturità particolarmente apprezzato il suggerimento di prevedere durante i soggiorni-studio in Italia la presenza di un tutor, e forme di valutazione per comprendere l’efficacia di queste iniziative.

Cittadinanza, partecipazione e rappresentanza: ruolo dell’associazionismo.
Sono stati affrontati tre aspetti: Cittadinanza, Associazionismo e Rappresentanza.

A) dal Gruppo di Lavoro è emersa la volontà delle comunità di assumere il ruolo di “cerniera” fra la Regione Lazio ed il resto del mondo e viceversa, per rafforzare il legame tra i nostri Paesi. Questo, in altri termini, significa portare più Lazio nel mondo e più mondo nel Lazio a beneficio di tutti. L’impegno tradizionale “autoreferenziato” di assistenza reciproca e di conservazione della propria identità dovrebbe quindi gradualmente lasciare il passo a quello più dinamico della “proiezione esterna” dei valori, delle tradizioni e della cultura italiana, verso i giovani in primo luogo ma anche all’ambiente non italiano del Paese in cui si vive. La Conferenza auspica il rinnovamento delle classi dirigenti a favore dei giovani. Tra le indicazioni vi è anche quella che le associazioni e le federazioni possano avere proprie “vetrine d’affari”, luoghi cioè in cui le aziende laziali possano esporre e quindi proporre i propri prodotti all’estero e al contempo agevolare la diffusione di queste produzioni.

B) Per le associazioni iscritte al registro regionale in omaggio al criterio di democraticità, si indica che le cariche elettive siano limitate a due mandati consecutivi, per un massimo di sei anni, a meno che non vi sia la designazione di almeno due terzi dei soci aventi diritto al voto.

C) Analogamente è richiesta una modifica normativa in relazione al ruolo e alle competenze del consultore, in particolare per quanto riguarda la durata del mandato e i criteri di designazione
L’Assemblea plenaria a maggioranza ha concordato nel limitare la durata del mandato del Consultore a 2 legislature per non oltre 10 anni.
Lavoro e imprenditorialità tra il mercato locale e quello globale.
Le principali tematiche individuate sono state:
1. Lavoro e occupazione
Sui temi del lavoro si richiede uno sviluppo delle attività legate alla formazione professionale ed agli stage in impresa secondo le esigenze che a man a mano emergono dalle varie comunità. Ciò per consentire ai giovani migliori occasioni di lavoro, sulla base di professionalità acquisite nei settori maggiormente richiesti nei paesi d’accoglienza. La conferenza auspica che la regione si adoperi a livello nazionale a favore del riconoscimento dell’equipollenza dei titoli di studio conseguiti nei Paesi di emigrazione.
2. Sviluppo dell’imprenditorialità:
Si esprime un apprezzamento generale per l’iniziativa attivata in Argentina Lazioworldwide, svolta insieme all’Assessorato Sviluppo economico, ricerca innovazione e turismo, che promuove lo scambio di know-how tra le imprese operanti sul territorio regionale e le imprese all’estero di origine laziale. La Conferenza rappresenta la necessità di un’integrazione delle politiche a favore degli emigrati e conseguentemente di un coordinamento interassessorile.
Comunicazione e informazione.
Dalla Conferenza è emersa la necessità di interventi più mirati e rispondenti alle esigenze di una maggiore informazione e comunicazione per i corregionali nel mondo, anche al fine di consentire un’informazione di ritorno e parallela tra i corregionali residenti nei diversi continenti in modo da creare una rete virtuale di laziali nel mondo che possano scambiarsi informazioni in tempo reale sulle realtà delle varie comunità laziali. A tale scopo propongono: di dedicare uno spazio all’interno del sito web della regione dedicato ai laziali all’estero, con la lista delle associazioni, degli eventi, della normativa di interesse, ecc. A tale scopo si richiede che i nominativi e le e-mail dei consultori vengano comunicati agli altri assessorati al fine di favorire la diffusione delle informazioni; consentire ai giovani di partecipare agli stage formativi. Ed infine che la Regione solleciti una programmazione televisiva da parte di RAI ITALIA rivolta alla comunità italiana ne l mondo”.
Concludendo il suo intervento Miriam Cipriani ha tracciato una sintesi dei lavori, osservando che “lo spirito di questa V Conferenza è stato quello di realizzare una programmazione partecipata, che tenga conto dei cambiamenti strutturali intervenuti nell’emigrazione laziale all’estero, del diverso contesto istituzionale e normativo in cui si inserisce la politica dell’emigrazione, delle specificità del paese di residenza degli emigrati; che sostenga una trasformazione delle associazioni al passo con i tempi senza che questo significhi disperdere il patrimonio del passato”. Inoltre, ha proseguito,”punti centrali sono stati la necessità di una maggiore comunicazione; un tramite diretto con l’istituzione regionale e l’attuazione di progetti ed interventi coordinati, espressione di sinergie funzionali con altri Assessorati che consentano di riservare un coinvolgimento maggiore ed attivo degli stessi emigrati tramite i propri rappresentanti e una migliore ottimizzazione delle risorse. I suggerimenti emersi in queste giornate di lavoro rappresentano un materiale prezioso per la predisposizione del prossimo Piano Triennale di interventi per gli emigrati laziali all’estero”. concludendo, Cipriani ha annunciato che nei prossimi giorni “sarà inviato per e-mail il Documento definitivo della Conferenza ed ad esso saranno allegati documenti dei gruppi di lavoro così come approvati dall’Assemblea plenaria della Conferenza”. (aise)

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INTERVENTO INTEGRALE DI MIRIAM CIPRIANI

V Conferenza Regionale dell’emigrazione
Roma, 29 novembre 2009
● Roma
Intervento Direttore Miriam Cipriani

Siamo arrivati alla conclusione della V Conferenza regionale dell’emigrazione, una conferenza dove con piacere ho potuto constatare la partecipazione delle realtà associative di tutto il mondo, delle Federazioni e dei Consultori regionali e che ha dato a tutti noi l’opportunità di esporre le proprie esperienze e manifestare esigenze che necessitano di essere accolte.

Ritengo che questi tre giorni abbiano costituito un valido momento di riflessione e di confronto per cercare soluzioni a problemi individuati come prioritari nelle pre-conferenze continentali.
Lo spirito che ha animato questa conferenza è stato quello di individuare percorsi in grado di rispondere concretamente alle nuove aspettative e problematiche sorte dopo la prima fase di integrazione sociale nel Paese di residenza.

Sono passati 10 anni dall’ultima conferenza regionale, e da allora si sono verificati eventi che hanno influenzato l’approccio della Regione alla politica dell’emigrazione: la riforma costituzionale del 2001, ad esempio, ha rafforzato l’autonomia delle regioni per alcuni aspetti della politica estera, facendone il principale riferimento istituzionale per le comunità all’estero; mentre l’esercizio del diritto di voto all’estero, riconosciuto con la Legge 459 del 2001, ha portato nell’attuale legislatura 12 deputati e 6 senatori nel Parlamento.

L’emigrazione italiana nel mondo ha rappresentato uno dei tratti più peculiari e caratteristici dell’intera storia italiana contemporanea. Anche altri paesi hanno conosciuto e conoscono flussi migratori di grande portata, ma è difficile trovare altri esempi come quello italiano, così intensi e a lungo distribuiti nel tempo e così diversificati per luoghi d’arrivo.
L’Italia è il più grande paese di emigranti della storia contemporanea, non solo verso altri nazioni o continenti ma anche verso altre regioni al suo interno. Un solo esempio è il caso dell’emigrazione dal Nord Italia nella provincia di Latina in occasione della bonifica della palude pontina (circa 30.000 persone dal ’32 al ’39 emigrarono prevalentemente dal Veneto e dal Friuli Venezia Giulia).
Per ricordare alcuni dati:
Dal 1955 al 1975 il saldo migratorio sud/nord fu di 2.344.839. Il saldo migratorio verso l’Europa dal 1946 al 1970 fu di 1.521.000. I discendenti dei 27 milioni di emigranti (14 al netto dei rientri) si stimano intorno ai 60 milioni.
Nella Vecchia migrazione di fine ‘800 le Aree a maggior esito migratorio, anche se il comune di Roma resta al primo posto, son quelle dell’alto reatino – che sono emigrati quasi tutti in sud America -, la zona della ciociaria e il sud pontino.
Attualmente sono circa 4 milioni (3.915.767) gli italiani residenti all’estero. Di questi 346.067 sono laziali.
Lo rileva il “Rapporto italiani nel mondo 2009” della Fondazione Migrantes. L’emigrazione italiana è in prevalenza euro-americana: più della metà dei nostri connazionali emigrati vivono in Europa (55,8%) e più di un terzo nelle Americhe (38.8%). Il 3.2% in Oceania, l’1.3% in Africa, lo 0.8% in Asia.
Il Lazio è la terza regione per numero di emigrati, dietro la Sicilia e la Campania.
L’emigrazione laziale invece si concentra per il 62.4 % nelle Americhe, 28% in Europa, 2.1% in Australia, 1.1% in Sud-Africa.
Ad oggi sono circa 100 le associazioni regionali di emigranti laziali riconosciute e iscritte al Registro della Regione Lazio, di cui 15 in Europa, 27 in Australia, 19 in Sud America, 5 negli Stati Uniti, 35 in Canada, 1 in Sudafrica.
Le associazioni hanno finora svolto un ruolo determinante nell’attenzione al capitale umano e nel mantenimento delle relazioni: il loro contributo è e resta fondamentale per il recupero e il mantenimento della memoria di un’esperienza migratoria che non si riduca solo all’immagine stereotipata degli italiani di grande successo all’estero, ma che consenta di apprezzare anche i numerosi, piccoli grandi traguardi raggiunti nel quotidiano dagli emigrati in un Paese straniero.
I problemi che vivono oggi le nostre comunità all’estero fortunatamente non sono più per la maggior parte connessi alle dinamiche di inserimento o a problemi derivanti dall’isolamento e dalla distanza con il nostro Paese.

Dove vengono rispettate le diverse identità culturali e dove si attua una concezione della cittadinanza aperta e inclusiva, i flussi migratori si trasformano da problema a opportunità di crescita e di sviluppo.
Io ritengo che nelle dinamiche di un mondo globalizzato la presenza nel mondo di oltre 4milioni di connazionali possa costituire un importante/strategico punto di forza per lo sviluppo di approcci multilaterali.

Si sta aprendo una nuova fase della nostra emigrazione, e anche in questa nuova fase le realtà associative sono chiamate ad avere un ruolo da protagonista nel riavvicinare le nuove generazioni di figli e discendenti di emigrati alla propria regione d’origine.

Il nostro comune obiettivo deve essere conciliare le esigenze delle nuove generazioni, che valorizzate possono costituire una risorsa importante e contribuire al processo di internazionalizzazione della nostra regione.
Il ruolo delle giovani generazioni in questo nuovo contesto internazionale è e sarà essenziale. Ed è proprio partendo da tale considerazione che la Regione Lazio intende riconoscerne la centralità, consapevole di dover operare una svolta nelle strategie di comunicazione e di interazione con i giovani delle proprie comunità di emigrati all’estero.

Questi tre giorni di lavoro hanno visto la partecipazione attiva dei rappresentanti delle comunità di laziali all’estero i quali hanno dato il loro valido contributo all’interno dei gruppi di lavoro sulle tematiche individuate in sede di preconferenza ed in particolare:
• lingua e cultura italiana tra multiculturalità e intergenerazionalità;
• cittadinanza, partecipazione e rappresentanza: ruolo dell’associazionismo;
• lavoro e imprenditorialità tra il mercato locale e quello globale;
• comunicazione e informazione.

In sintesi ciò che è emerso dai 4 Tavoli tematici:
• lingua e cultura italiana tra multiculturalità e intergenerazionalità;
La lingua e la cultura rappresentano il modo più profondo di unione e riconoscimento di un popolo.
Dai gruppi di lavoro è emersa la necessità di continuare a diffondere e mantenere viva la lingua e la cultura italiana attraverso:
– forme di partenariato con le università per l’insegnamento dell’italiano, con particolare attenzione ai corsi rivolti ai bambini e ai figli di terza e quarta generazione;
– la creazione di laboratori per il recupero e la trasmissione delle tradizioni e dei mestieri che stanno sparendo, ma che veicolano un ricco patrimonio culturale;
– l’utilizzo degli strumenti e delle tecnologie informatiche ed interattive per favorire l’incontro tra i giovani, le associazioni e la Regione Lazio in modo da soddisfare il desiderio di maggior collegamento tra italiani nel mondo. Rientra in questo ambito la proposta di acquistare un software specifico di didattica per l’insegnamento on line dell’italiano. Tale necessità è riconfermata anche dal gruppo di lavoro sulla Comunicazione e Informazione.
– È un atto di maturità particolarmente apprezzato il suggerimento di prevedere durante i soggiorni-studio in Italia la presenza di un tutor, e forme di valutazione per comprendere l’efficacia di queste iniziative.

• cittadinanza, partecipazione e rappresentanza: ruolo dell’associazionismo;
Sono stati affrontati tre aspetti: Cittadinanza, Associazionismo e Rappresentanza
A) dal Gruppo di Lavoro è emersa la volontà delle comunità di assumere il ruolo di “cerniera” fra la Regione Lazio ed il resto del mondo e viceversa, per rafforzare il legame tra i nostri Paesi. Questo, in altri termini, significa portare più Lazio nel mondo e più mondo nel Lazio a beneficio di tutti. L’impegno tradizionale “autoreferenziato” di assistenza reciproca e di conservazione della propria identità dovrebbe quindi gradualmente lasciare il passo a quello più dinamico della “proiezione esterna” dei valori, delle tradizioni e della cultura italiana, verso i giovani in primo luogo ma anche all’ambiente non italiano del Paese in cui si vive. La Conferenza auspica il rinnovamento delle classi dirigenti a favore dei giovani.
Tra le indicazioni vi è anche quella che le associazioni e le federazioni possano avere proprie “vetrine d’affari”, luoghi cioè in cui le aziende laziali possano esporre e quindi proporre i propri prodotti all’estero e al contempo agevolare la diffusione di queste produzioni.

B) Per le associazioni iscritte al registro regionale in omaggio al criterio di democraticità, si indica che le cariche elettive siano limitate a due mandati consecutivi, per un massimo di sei anni, a meno che non vi sia la designazione di almeno due terzi dei soci aventi diritto al voto.

C) Analogamente è richiesta una modifica normativa in relazione al ruolo e alle competenze del consultore, in particolare per quanto riguarda la durata del mandato e i criteri di designazione
L’Assemblea plenaria a maggioranza ha concordato nel limitare la durata del mandato del Consultore a 2 legislature per non oltre 10 anni.

• lavoro e imprenditorialità tra il mercato locale e quello globale;
Le principali tematiche individuate sono state:
1. Lavoro e occupazione
Sui temi del lavoro si richiede uno sviluppo delle attività legate alla formazione professionale ed agli stage in impresa secondo le esigenze che a man a mano emergono dalle varie comunità. Ciò per consentire ai giovani migliori occasioni di lavoro, sulla base di professionalità acquisite nei settori maggiormente richiesti nei paesi d’accoglienza. La conferenza auspica che la regione si adoperi a livello nazionale a favore del riconoscimento dell’equipollenza dei titoli di studio conseguiti nei Paesi di emigrazione.
2. Sviluppo dell’imprenditorialità:
Si esprime un apprezzamento generale per l’iniziativa attivata in Argentina Lazioworldwide, svolta insieme all’Assessorato Sviluppo economico, ricerca innovazione e turismo, che promuove lo scambio di know-how tra le imprese operanti sul territorio regionale e le imprese all’estero di origine laziale. La Conferenza rappresenta la necessità di un’integrazione delle politiche a favore degli emigrati e conseguentemente di un coordinamento interassessorile.
• comunicazione e informazione.
Dalla Conferenza è emersa la necessità di interventi più mirati e rispondenti alle esigenze di una maggiore informazione e comunicazione per i corregionali nel mondo, anche al fine di consentire un’informazione di ritorno e parallela tra i corregionali residenti nei diversi continenti in modo da creare una rete virtuale di laziali nel mondo che possano scambiarsi informazioni in tempo reale sulle realtà delle varie comunità laziali. A tale scopo propongono:
1. di dedicare uno spazio all’interno del sito web della regione dedicato ai laziali all’estero, con la lista delle associazioni, degli eventi, della normativa di interesse, ecc. A tale scopo si richiede che i nominativi e le e-mail dei consultori vengano comunicati agli altri assessorati al fine di favorire la diffusione delle informazioni.
2. consentire ai giovani di partecipare agli stage formativi. Ed infine
3. che la Regione solleciti una programmazione televisiva da parte di RAI ITALIA rivolta alla comunità italiana nel mondo.

Lo spirito di questa V Conferenza è stato quello di realizzare una programmazione partecipata, che tenga conto dei cambiamenti strutturali intervenuti nell’emigrazione laziale all’estero, del diverso contesto istituzionale e normativo in cui si inserisce la politica dell’emigrazione, delle specificità del paese di residenza degli emigrati; che sostenga una trasformazione delle associazioni al passo con i tempi senza che questo significhi disperdere il patrimonio del passato.

Punti centrali sono stati la necessità di
– una maggiore comunicazione,
– un tramite diretto con l’istituzione regionale e
– l’attuazione di progetti ed interventi coordinati, espressione di sinergie funzionali con altri Assessorati che consentano di riservare un coinvolgimento maggiore ed attivo degli stessi emigrati tramite i propri rappresentanti e una migliore ottimizzazione delle risorse.

I suggerimenti emersi in queste giornate di lavoro rappresentano un materiale prezioso per la predisposizione del prossimo Piano Triennale di interventi per gli emigrati laziali all’estero.

Nei prossimi giorni vi invieremo per e-mail il Documento definitivo della Conferenza ed ad esso saranno allegati documenti dei gruppi di lavoro così come approvati dall’Assemblea plenaria della Conferenza.

 
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EmiNews 2009

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