10962 CUBA PIANGE UN AMICO LEALE

20131209 10:56:00 guglielmoz

L’impatto emo­tivo è forte in tutta l’America latina, dove Nel­son Man­dela è con­si­de­rato un’icona della lotta per l’uguaglianza e con­tro il raz­zi­smo. I governi, come pure decine e decine di orga­niz­za­zioni per la difesa dei diritti umani del sub­con­ti­nente che por­tano il suo nome, hanno espresso il loro cor­do­glio per la sua scom­parsa

Ma non vi è dub­bio che il paese dove più forte è stata la sua impronta e più pro­fonda l’affinità affet­tiva sia Cuba. E non vi è da stu­pirsi. L’isola fu il primo paese dell’America a essere visi­tato dal lea­der suda­fri­cano nel 1991, una volta riac­qui­stata la libertà. Man­dela voleva mani­fe­stare così la sua gra­ti­tu­dine per l’appoggio che Cuba aveva dato al suo par­tito, l’Anc, fin dagli anni ‘70 del secolo scorso, quando Madiba era in pri­gione, accu­sato di ter­ro­ri­smo e per aver dato, in Angola, un colpo mor­tale alla lea­der­ship suda­fri­cana dell’apartheid.

L’incontro con Fidel all’Avana andò ben oltre ogni regola del pro­to­collo. Per Man­dela, il lider máximo era una sorta di fra­tello; di lotta — la scon­fitta subita dalle truppe suda­fri­cane in Angola per opera del con­tin­gente cubano fu defi­nita da Madiba l’inizio della fine dell’apartheid in Suda­frica — e fra­tello di uto­pia. Quella di un mondo dove la demo­cra­zia fosse nutrita dall’eguaglianza. «Ho lot­tato con­tro il domi­nio dei bian­chi, e ho lot­tato con­tro il domi­nio dei neri», ebbe ad affer­mare Man­dela. Per lui ogni suda­fri­cano (e ogni essere umano) doveva essere uguale. Il suo ideale era «una società demo­cra­tica e libera nella quale tutte le per­sone potes­sero vivere insieme, in armo­nia e con uguali pos­si­bi­lità». Per Fidel l’ igua­li­ta­ri­smo era uno dei pila­stri del socia­li­smo cubano, oggi però in via di pro­fonda «moder­niz­za­zione», ovvero riforma.

Il governo dell’Avana ha indetto due giorni di lutto uffi­ciale e uno di lutto nazio­nale, dome­nica, quando ogni spet­ta­colo pub­blico sarà sospeso e la gior­nata sarà dedi­cata alla memo­ria del lea­der suda­fri­cano. Le con­do­glianze uffi­ciali le ha espresse il pre­si­dente Raúl Castro in un tele­gramma al suo omo­nimo suda­fri­cano, Jacob Zuma, dove si ricorda «la gran­dezza dell’opera di Man­dela», lea­der e uomo del quale «non si può par­lare al pas­sato». Tutti i mass media, gover­na­tivi per anto­no­ma­sia, hanno dedi­cato ampio spa­zio alla figura dello scom­parso amico di Cuba. È stata ricor­data anche la let­tera che Fidel inviò in occa­sione del 92simo com­pleanno di Madiba, nel 2010 — da quat­tro anni si era riti­rato dalla pre­si­denza a causa di una grave malat­tia — nella quale il lea­der cubano con­si­de­rava «il vec­chio e pre­sti­gioso amico» un «sim­bolo della libertà, giu­sti­zia e dignità umana» che « resterà nella memo­ria delle future generazioni».

Que­sto forte senso di ami­ci­zia e soli­da­rietà poli­tica è nato e si è svi­lup­pato nel «secolo breve», nel quale i due lea­der si sono con­qui­stati un posto di rilievo pro­prio per la forza, la coe­renza e soprat­tutto la radi­ca­lità con le quali hanno per­se­guito il loro scopo. Madiba mai ha ceduto al sistema apar­theid . Fidel mai ha ceduto al sistema capi­ta­li­sta . Con­tro la volontà del primo non sono ser­viti quasi trent’anni di car­cere duro. Non hanno fiac­cato il secondo più di cinquant’anni di — ille­gale e cri­mi­nale — blocco economico.

L’amicizia e la reci­proca ammi­ra­zione, pro­prio per que­sto, non ven­nero meno negli anni che segui­rono il primo incon­tro a Cuba. Nem­meno quando Man­dela, pre­si­dente impe­gnato nell’ardua opera di ricon­ci­liare un Suda­frica ferito e diviso da tanti anni di apar­theid, rifiutò di cedere alle pres­sioni — interne e inter­na­zio­nali — per­ché pren­desse le distanze da Fidel, defi­nito oli­garca o peg­gio dit­ta­tore anche da una parte della (sedi­cente) sini­stra euro­pea. «Sono un uomo leale — ribat­teva Madiba — mai potrò dimen­ti­care che nei momento più dif­fi­cili della nostra patria, nella lotta con­tro l’apartheid, Fidel Castro si pose al nostro fianco». E a coloro che insi­ste­vano pub­bli­ca­mente, Man­dela disse aper­ta­mente che pote­vano andare a quel paese. Tale atteg­gia­mento gli è valso feroci cri­ti­che e accuse da parte dell’opposizione interna all’isola e degli anti­ca­stri­sti di Miami, che accu­sano Madiba di aver coperto col suo pre­sti­gio e rei­te­rato appog­gio un «régime dit­ta­to­riale» che, tra l’altro, «non ha risolto il raz­zi­smo strut­tu­rale» nell’isola.

Il radi­ca­li­smo di Man­dela e Fidel Castro oggi non è di moda. In un’epoca in cui pre­do­mina e conta la gover­nance , non si pale­sano e forse non si for­mano per­ché non neces­sari, per­so­naggi poli­tici di grande sta­tura e cari­sma, «uni­ver­sali» per i valori pro­fes­sati, come Madiba e, almeno a livello lati­noa­me­ri­cano, Fidel. Quando uno di loro muore se ne va un pezzo del secolo che ha visto i più grandi scon­vol­gi­menti, ma anche i più grandi lea­der. Uni­ver­sale, nel senso ridotto di glo­bale, resta il capitale.

Per que­sto col­pi­sce il silen­zio — almeno fino a oggi — di Fidel Castro che a 87 anni, malato (non si sa molto del suo stato di salute) e da tempo fuori della scena poli­tica, lascia la parola alla ragione di Stato, al fra­tello Raúl, che da sette anni governa e rap­pre­senta Cuba. La fine dell’ igua­li­ta­ri­smo a favore di una redi­stri­bu­zione più mirata delle scarse risorse del Paese (con­cen­trata soprat­tutto nell’istruzione e nella sanità gra­tuite); l’espandersi del lavoro por cuenta pro­pria , che in realtà è pri­vato anche se nes­suno uffi­cial­mente uti­lizza que­sto ter­mine e l’inevitabile con­se­guenza di un allar­garsi della bre­cha (for­bice) sociale; la pro­spet­tiva di aprirsi pro­gres­si­va­mente agli inve­sti­menti esteri (per sup­plire alla carenza di capi­ta­liz­za­zione interna): tutti segni di cam­bia­menti ( moder­niz­za­zioni ) che non sem­brano pro­ve­nire dal lider maximo e fanno da con­tral­tare al suo silenzio. ( articolo da: 08/12/2013 15:22 | POLITICA – INTERNAZIONALE | Fonte: il manifesto | Autore: Roberto Livi)

 

Views: 59

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.