Intervento di Laura Salsi (FILEF) alla Festa dell’Unità

Di Laura Salsi, coordinamento nazionale FILEF.

Un grazie alla Festa Nazionale de l’Unità di Reggio Emilia per questa opportunità!

FILEF, Federazione Italiana Lavoratori Emigrati e Famiglie, fu costituita a Reggio Emilia, oltre mezzo secolo fa, da Dante Bigliardi. FILEF è una Associazione di volontariato impegnata nell’attività di integrazione interculturale. Integrazione e intercultura sono alla base della costruzione di una società nella quale le diverse provenienze, tradizioni, culture coesistono pacificamente e si arricchiscono a vicenda, attraverso la conoscenza reciproca, il rispetto, la solidarietà, la civile convivenza tra le diversità.

Accoglienza, sostegno, integrazione sono valori ideali di riferimento, campo quotidiano di concrete iniziative e da sempre i fili conduttori dell’attività di FILEF Reggio Emilia nei confronti dei migranti. Che il ricordo di Dante Bigliardi, fondatore e dirigente della FILEF fino alla fine dei suoi giorni, non sia soltanto un omaggio rituale lo dimostra il fatto stesso che oggi ci troviamo qui.

Ci troviamo in una sede, la Festa de l’Unità, questa volta in edizione nazionale, che è stata una dei tanti luoghi e una delle tante occasioni in cui Dante – reggiano doc e cittadino del mondo – ha testimoniato concretamente il suo impegno a favore delle persone migranti, più in generale per l’uguaglianza tra tutte le donne e tutti gli uomini, particolarmente quelli economicamente e socialmente più deboli, più bisognosi di sostegno.

Perfino il giorno in cui ci troviamo, l’ultimo di chiusura della Festa, è lo stesso nel quale tradizionalmente Dante organizzava l’incontro pubblico della FILEF, rivolto a chiunque fosse interessato a conoscere le storie e i problemi delle persone migranti: dal Sud al Nord dell’Italia, dall’Italia ad altri Paesi del mondo, da altri Paesi del mondo all’Italia. E ancora oggi, questi diversi flussi migratori sono in corso, seppure in forme e con caratteristiche che non sono uguali a quelle di un tempo.

Dante se ne è andato alla fine del 2009, il 29 dicembre prossimo saranno esattamente quindici anni. Un periodo di tempo ormai lungo, che tuttavia non ne ha affievolito il ricordo. Non solo perché lo abbiamo ricordato ufficialmente in vari modi e in varie occasioni: voglio citare la trilogia di libri che abbiamo pubblicato dopo la sua morte; la cerimonia in sala del Tricolore e le altre iniziative nel decennale della scomparsa; l’intitolazione del campo di cricket;
l‘omaggio del congresso internazionale della FILEF che si è tenuto due anni fa proprio a Reggio Emilia.

Ma anche e soprattutto, il ricordo di Dante è tenuto vivo dalla perdurante, concreta utilità e attualità degli insegnamenti che ci ha trasmesso e che ancora oggi restano preziosi per il lavoro che abbiamo continuato a fare come FILEF Reggio Emilia, con risultati dei quali Dante – io penso – sarebbe soddisfatto.

Da alcuni anni anche la rete FILEF nazionale e internazionale ha ripreso slancio, consistenza, attività importante per quantità e per qualità su vari fronti, grazie al rinnovato impegno di compagne/compagni e amici diciamo così di più lungo corso, che ebbero modo di conoscere Dante, e di altri più giovani ma non meno appassionati.

Tra questi ultimi, cito per tutti Pietro Lunetto, che vive a Bruxelles e insieme a me è coordinatore della FILEF, oggi anche lui è qui insieme a noi. Anche di questo sarebbe contento Dante, che con tenacia, con insistenza, ha sempre puntato a sensibilizzare quelli più giovani, a coinvolgerli nella nostra associazione, nell’impegno a sostegno dei migranti e in generale dei più deboli. E dunque, ecco che di nuovo, il ricordo di Dante, non rimane chiuso e concluso in queste mie parole.

Trova continuità e attuazione nel fatto stesso che oggi ci troviamo qui – e domani ci troveremo altrove – per riflettere, per confrontarci, per organizzare. Per tessere il filo che lui e altri fondatori e dirigenti della nostra associazione ci hanno consegnato…come il sen. Carri (qui con noi e che ringraziamo per la sua presenza) ma anche chi ci ha lasciato come Ennio Manghi, Giovanna Ceci, Enrica Oranci, Luciano Iemmi e tanti altri……

Per tessere il filo della civile convivenza, dell’amicizia, della solidarietà, della giustizia sociale.Il filo della Pace: un’altra urgenza che Dante sentiva profondamente, lui che aveva vissuto personalmente e drammaticamente la tragedia della seconda guerra mondiale, prima da soldato e poi da combattente contro i fascisti e i nazisti nella ex Jugoslavia. Il filo della dignità e della libertà umana, di cui per tutta la vita Dante è stato e si è dichiarato partigiano.

Caro Dante, la tua FILEF è ancora oggi, con i suoi soci e gli oltre 50 volontari (che svolgono un lavoro straordinario), impegnata nel dare forma e agire il principio secondo il quale NESSUNO E’ STRANIERO. E questo significa creare le condizioni, dare gli strumenti utili affinché ognuno, indipendentemente dal colore della pelle, dalla provenienza, dalla religione – come dichiara la Costituzione italiana – si senta di fare parte della comunità in cui vive, di poter vivere in pace, di essere cittadino attivo, di essere CITTADINO DEL MONDO!

Anche a tuo nome Dante, buon lavoro a tutte e a tutti noi!

 

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