Referendum: Iniziativa di Lavoro e Società, giovedì 10/9 ore 14:00. On line il n.15 di Sinistra Sindacale

Referendum: NO al taglio della Democrazia

L’indicazione di voto di “Lavoro Società -Per una CGIL unita e plurale”Il 20 e 21 settembre gli italiani sono chiamati alle urne per dare il loro giudizio sul referendum di modifica degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione, promosso con l’unico obiettivo di ridurre il numero dei parlamentari: da 630 a 400 alla Camera, da315 a 200 al Senato.

“Lavoro Società -Per una CGIL unita e plurale, aggregazione programmatica della sinistra confederale nella maggioranza CGIL, come nei passati referendum costituzionali, sceglie di stare in campo e di dare indicazione di voto per il NO a una modifica dalle conseguenze imprevedibili per la nostra democrazia parlamentare.

Come nei referendum costituzionali del governo Berlusconi del giugno 2006 e del governo Renzi del dicembre 2016 ci sono buone ragioni per votare NO ad un’operazione pericolosa, ispirata al peggior populismo demagogico contro un’indefinita “casta”, alimentato da coloro che, diventati casta a loro volta, oggi soffiano sul fuoco della rabbia antiistituzionale e antipolitica che serpeggia nella società e che ha origine dall’abbandono dell’attenzione di gran parte delle forze politiche per le condizioni di vita e di lavoro delle classi popolari.

Riteniamo che nessuna alleanza di governo, nessuna astratta ragione politica per noi possa giustificare la scelta di modificare negativamente l’assetto costituzionale e democratico del Paese.

Sentiamo il dovere di non piegarci al conformismo, di non soccombere alla demagogia, di non cedere sui nostri valori e ideali. La destra anticostituzionale, il populismo regressivo, l’antiparlamentarismo e l’antipolitica si combattono, non si assecondano.

Pensiamo che la CGIL, per i suoi valori che si richiamano alla Costituzione, nella sua autonomia di soggetto politico generale di rappresentanza sociale non subalterno a nessuna forza politica, dinanzi a un referendum di tale portata dovrebbe esprimere, attraverso i suoi organismi nazionali, come nei precedenti referendum costituzionali, una chiara indicazione di voto, ovviamente ferma restando la libertà di scelta, individuale o collettiva, di ogni iscritta e iscritto.

Un voto in coerenza con le valutazioni fortemente negative riportate nella “Nota su Referendum Costituzionale” della Segreteria nazionale CGIL del 3 marzo 2020. Noi, condividendo le valutazioni della nota CGIL, indichiamo il NO come espressione di voto, convinti che ci sono battaglie politiche che vanno sempre fatte a prescindere dalla incertezza degli esiti, perché le battaglie che si perdono sono quelle che non si fanno.

Siamo una Repubblica parlamentare, e la Costituzione indica e disciplina l’idea di democrazia rappresentativa del popolo che rimane sovrano attraverso i partiti, il voto democratico, e le Camere. Non ci piace la democrazia nella quale pochi finiscono per contare e decidere per tutte e tutti.

Siamo convinti della pericolosità del taglio dei parlamentari, che dimezza e squilibra la rappresentanza e svuota la centralità del Parlamento, già mortificata e compromessa dalla prassi della decretazione di urgenza e dei voti di fiducia, accentrando ancor di più il potere nelle mani dell’esecutivo. Il taglio produrrebbe conseguenze sulla stessa funzionalità del Parlamento non superabili con qualsivoglia legge elettorale.

Così si scardina l’ordinamento parlamentare della Repubblica: se si riduce la rappresentanza politica degli interessi nell’impianto costituzionale, si ridurrà anche sul piano della rappresentanza sociale, colpendo la parte meno protetta, cioè i settori più deboli del mondo del lavoro e della società.

Vincerà così la “casta” e la politica di élite e dei ricchi. A essere colpiti non saranno i privilegi della “casta”, le storture e le inefficienze del sistema parlamentare, non si cancelleranno la collusione, la spregiudicatezza, l’incapacità di certi politici al servizio degli interessi privati, ma l’assetto della nostra democrazia parlamentare.

Se si riducono il Senato e la Camera si avrà un Parlamento con un ceto politico non migliore ma più permeabile alle lobby, e si darà più potere alle segreterie di partito che decideranno di portare a rappresentare i cittadini dei diversi territori gli amici e i più fedeli al capo.

Già nel 2014 la Corte costituzionale ha detto che non è legittima una legge elettorale che “priva l’elettore di ogni margine di scelta dei propri rappresentanti”.

L’istituzione parlamentare, il cuore della nostra democrazia, è messa ancora sotto attacco e potrebbe subire una grave mutilazione. Coerentemente con la nostra storia di sinistra sindacale, noi il 20 e 21 settembre votiamo NO, informando e invitando i cittadini alla partecipazione e a esprimere un voto libero e consapevole.

Con questo obiettivo abbiamo promosso a Roma, per giovedì 10 settembre, alle ore 14, presso la sede della CGIL nazionale, un convegno con ospiti qualificati dal titolo: NO AL TAGLIO DELLA DEMOCRAZIA. VOTARE NO AL REFERENDUM DEL 20 e 21 SETTEMBRE”.

Per difendere la Costituzione, la rappresentanza, la partecipazione democratica.

(Il Convegno si svolgerà in parte in presenza, su invito e in sicurezza, e in remoto attraverso la rete) 28 agosto 2020

 

Per “Lavoro Società – Per una CGIL unita e plurale” Giacinto Botti e Maurizio Brotini, Direttivo nazionale CGIL

 


 

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