20061222 14:14:00 webmaster
Con una lunga intervista all’On. Marco Fedi, deputato eletto per l’Unione nella ripartizione Asia, Africa, Oceania e Antartide, Nuovo Paese traccia un bilancio dei primi mesi di attività e del percorso di legislatura dei parlamentari eletti all’estero.
Cominciamo con la Finanziaria definitivamente approvata con il voto alla Camera. Quali valutazioni e considerazioni? Il Senatore Pallaro rivendica un ruolo fondamentale …
La legge di bilancio che abbiamo appena approvato cerca di conciliare rigore, equità e sviluppo: anche per gli italiani all’estero. In questa direzione siamo stati coerenti nei lavori parlamentari. Date le difficoltà abbiamo fatto un ottimo lavoro, anche di coordinamento tra Camera e Senato per quanto concerne i parlamentari de l’Unione. Attendiamo ora che il Governo rispetti gli impegni assunti con gli ordini del giorno. Non siamo stati impegnati solo a “chiedere maggiori risorse” ma a garantire diritti di cittadinanza. Abbiamo recuperato risorse importanti sia alla Camera che al Senato. Abbiamo superato la no tax area e siamo riusciti ad estendere il nuovo regime delle detrazioni, incluse quelle per carichi di famiglia, ai residenti all’estero che producono un reddito imponibile in Italia. Agli uffici consolari è consentito il rilascio e il rinnovo dei documenti di identità per gli iscritti al registro AIRE.
Ma non abbiamo ancora superato tutte le difficoltà: basti pensare che per le detrazioni per carichi di famiglia siamo di fronte ad una norma transitoria che non modifica l’art. 24 del testo unico delle imposte, per cui dovremo tornare a discuterne. Basti pensare che i 25 milioni di euro complessivi ci sono per il 2007 poi si torna ai 14 fissati alla Camera.
All’amico Senatore Luigi Pallaro dico che fa bene a rivendicare un ruolo fondamentale perché lo ha avuto, insieme a tutti noi! Dobbiamo dare ora prova di maturità – non la nostra, che è evidente non fosse altro che per l’anagrafe – ma delle nostre comunità nel mondo. Costruendo insieme, caro Pallaro, un percorso verso le riforme, che debbono riguardare tutti e debbono essere dirette a tutte le comunità. Continuiamo quindi a lavorare insieme.
Quale bilancio da questi primi mesi di attività parlamentare? E il ruolo svolto in questa prima fase? Tra le fila dell’opposizione c’è chi mette in discussione il risultato elettorale, proponendo annullamenti. E Sergio Romano mette in discussione il principio della rappresentanza dall’estero…
Dall’esperienza dei parlamentari eletti all’estero emerge una prima lettura – seppur limitata e parziale – del rapporto tra gli italiani all’estero e l’Italia di oggi, del rapporto con le Istituzioni, con la politica e con il mondo dell’informazione. È un rapporto complesso. All’opinione pubblica italiana arrivano segnali contraddittori e mai un’autentica lettura delle realtà che rappresentiamo. E le Istituzioni, ancora oggi, hanno qualche difficoltà a cogliere i segnali di novità di cui siamo portatori. Il sistema politico italiano è sostanzialmente bloccato. Il confronto politico tra maggioranza e opposizione subisce un vero “accanimento terapeutico” – nel senso che vi è un accanimento ad infarcirlo di inutili antagonismi, di posizionamenti ideologici, di connotazioni etiche e religiose che poco, davvero poco, hanno a che vedere con la necessità di riforme urgenti in settori chiave della vita di questo Paese. Da cittadini-parlamentari, che vedono la politica come strumento di affermazione dei diritti di cittadinanza e nei parlamentari le intelligenze al servizio di questa visione della politica, quindi una visione lontana anni-luce dall’immagine di “privilegio” che viene presentata costantemente all’opinione pubblica italiana, ci rendiamo perfettamente conto che le scelte di fondo, a partire da quelle contenute nella legge di bilancio, fino alle riforme, debbono tener conto dei limiti economici e di bilancio e di alcuni principi di fondo. La nostra azione è stata sempre coerente con questa visione. È questa la migliore risposta a Sergio Romano: non egoismi a tutela della “specie protetta” degli italiani nel mondo ma, compatibilmente con le risorse, il rispetto dei principi della parità di trattamento e dell’equità. Commenti, articoli, editoriali e dichiarazioni di questo tono arrivano, puntuali come l’influenza, ogni volta che al Senato avviene un passaggio delicato. Secondo Romano, il nostro è un caso di “representation without taxation”. Concetto nato dall’originale “no taxation without representation”, entrambi legati ad una visione dell’economia e della tassazione relegata nell’ambito dei confini nazionali. La natura dell’economia globale, le convenzioni bilaterali, l’azione dei gruppi multinazionali e le decisioni di carattere politico ed economico prese a livello sopranazionale – rendono giustizia alle ragioni che sostengono la nostra presenza in Parlamento, prima che considerazioni di carattere “domestico” che riguardano la soluzione di un annoso problema, quale quello della partecipazione al voto politico dei cittadini italiani residenti fuori dal territorio nazionale, presa a livello bipartisan, e necessaria all’Italia per porre fine ad un vuoto normativo che consentisse anche di affermare, nei fatti, che tutti i cittadini italiani hanno pari dignità ed analoghi diritti e doveri, come sancito dalla Costituzione. Possiamo tornare a discutere dei modi per esercitare tale diritto, ma saremmo poco credibili nel mondo se rimettessimo in discussione il principio della parità e tornassimo al “nulla”.
Mentre all’estero, nei Paesi di accoglienza, salvo alcune eccezioni, le riflessioni che vengono fatte oggi sul modello elettorale realizzato dall’Italia con la circoscrizione estero sono sostanzialmente positive e si parla di cittadinanza transnazionale, di apertura in senso multiculturale, di opportunità per un dialogo ancora più forte, non solo con le comunità italiane nel mondo ma anche tra singoli Paesi ed aree di influenza politico-economica, in Italia assistiamo a continui tentativi di delegittimazione oppure a palesi strumentalizzazioni.
Sono sorpreso che parlamentari eletti all’estero tra le fila dell’opposizione si siano avventurati in dichiarazioni e richieste sull’annullamento del voto all’estero. Mi spiego. Le giunte di Camera e Senato sono al lavoro ed hanno preso delle decisioni di metodo. Lavoreranno e raggiungeranno una conclusione. Attendiamo le conclusioni e poi valuteremo. È stato il mio atteggiamento dal primo giorno. In ogni caso vorrei ricordare che l’esigenza di modifica della legge ordinaria che regola l’esercizio in loco del diritto di voto nasce da lontano e riguarda una serie di questioni che nulla, davvero nulla, hanno a che vedere con le modalità di scrutinio o l’organizzazione dello stesso. È utile ricordarlo per evitare che all’estero si facciano strumentalizzazioni. Siamo invece convinti che, senza allarmismi o accelerazioni, la questione dell’organizzazione del voto all’estero debba essere posta nel contesto di una riforma della legge 459/2001 quando discuteremo la riforma elettorale.
In che direzione hai lavorato con l’attività di indirizzo e controllo? Quali i temi che avete affrontato in termini di proposte di legge …
Le interrogazioni che ho presentato sono relative ai temi della sicurezza sociale, a partire dalla richiesta di sanatoria per gli indebiti INPS – questione sottoposta all’attenzione del Governo con un ordine del giorno – fino all’informazione, importante per avere un rapporto trasparente tra cittadini e pubblica amministrazione, mancata in occasione del recupero IRPEF dopo l’eliminazione della no tax area e mancata anche in sede di ripristino dell’IRPEF dopo che con il decreto fiscale avevamo trovato soluzione al problema. Su questa partita, dalla conversione in legge del decreto Bersani-Visco, fino alla finanziaria, abbiamo fatto una gran mole di lavoro. Auspichiamo si trovi una soluzione alle palesi contraddizioni contenute in alcune convenzioni bilaterali contro le doppie imposizioni fiscali – ad esempio Francia e Lussemburgo – che, di fatto, comportano la doppia imposizione. Sull’importo aggiuntivo sulle pensioni, previsto dall’articolo 70 della legge n. 388/2000, poiché siamo in presenza di una prestazione previdenziale, non siamo convinti della sostanziale preclusione nei confronti dei residenti all’estero e chiederemo un confronto con il Governo.
Ad inizio legislatura abbiamo anche chiesto che il Governo affrontasse la questione dei visti per i programmi di scambio per studenti, affrontata con apposita circolare. Sulla cittadinanza abbiamo presentato una proposta di legge che è in discussione in Commissione affari costituzionali e che, entrando a far parte del testo unificato, si prefigge di riaprire i termini per il riacquisto della cittadinanza e supera la discriminazione nei confronti delle donne. Stiamo lavorando ad un testo di riforma della 153/71, a modifiche sostanziali a tutta la materia dei contributi a stampa e media elettronici operanti all’estero e seguendo puntualmente l’evoluzione del processo di trasformazione di Rai International. In materia di diritti sindacali stiamo affrontando anche il tema della partecipazione di tutti i lavoratori, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, alla vita sindacale contribuendo ad eleggere le rappresentanze di base.
Infine chiederemo al Governo il pieno rispetto di un impegno assunto con la Camera rispetto alla necessità di un confronto nel processo di riorganizzazione della rete diplomatico-consolare e degli istituti di cultura all’estero.
Il 2007, il tuo auspicio e gli auguri …
Il mio augurio è per un 2007 in cui si riesca a trovare il giusto ritmo, la sintonia, per far procedere le riforme. I parlamentari eletti all’estero sono parte del rinnovato prestigio internazionale del nostro Paese, sapranno lavorare per il rinnovamento delle politiche a favore delle comunità italiane nel mondo e riusciranno ad individuare gli strumenti più adatti per contribuire al dibattito sui grandi temi, da quelli etici a quelli economici e sociali, importanti per il rinnovamento dell’Italia.
Frank Barbaro
Direttore Nuovo Paese
www.filefaustralia.org
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2006-1
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