2587 RANDAZZO (ULIVO) SULLA RATIFICA DELLA CONVENZIONE UNESCO PER LE DIVERSITÀ CULTURALI

20061221 13:42:00 webmaster

ANCHE GLI ITALIANI ALL’ESTERO PARTE DEL MULTICULTURALISMO ITALIANO CHE ATTENDE DI ESSERE ISTITUZIONALIZZATO

ROMA aiseEminotizie – "A quando in questa nostra Italia, terra d’immigrazione e patria plurietnica e multilingue, un Ministro o almeno un Vice Ministro o Sottosegretario per gli Affari Multiculturali?". Questo l’interrogativo posto dal senatore eletto all’estero Nino Randazzo (Ulivo), convinto che "anche gli italiani all’estero, e non solo gli immigrati in Italia, debbono entrare a far parte del multiculturalismo italiano".

Intervenuto in Aula ieri, 19 dicembre, durante la discussione sul disegno di legge per la ratifica della Convenzione dell’UNESCO del 20 ottobre 2005 "per la protezione e la promozione delle diversità delle espressioni culturali" in ambito internazionale e in seno agli stessi ambiti nazionali dei Paesi aderenti, Randazzo ha ricordato che "forse nessuno, o ben pochi, più e meglio dei parlamentari eletti nella circoscrizione Estero possono apprezzare in pieno la forza, la sostanza, lo spirito e gli intenti di una direttiva politica di così vasta portata che si prefigge di fare del multiculturalismo una pietra miliare sul cammino della civiltà nel ventunesimo secolo, un veicolo di pace e uno strumento di solidarietà e rispetto della intelligenza creativa di tutte le componenti etniche dell’umanità".
"Ciascuno di noi 18 parlamentari eletti nell’Italia fuori d’Italia", ha spiegato il senatore, "risiede in Paesi dove le politiche del multiculturalismo sono ben radicate, dove più e dove meno, in vari gradi e forme, sia nel consenso della maggioranza delle popolazioni ospitanti, e sia perfino nelle normative ufficiali e istruzioni operative degli organi istituzionali".
Non senza una "punta di orgoglio", Nino Randazzo ha portato l’esempio del Paese in cui è stato eletto, l’Australia, dove "il multiculturalismo, con tutte le sue ricadute su leggi e interventi economici e promozionali specifici – da una rete televisiva multiculturale nazionale ai servizi sociali cosiddetti "etnospecifici" – costituisce pura e semplice "politica ufficiale" e il Governo federale e ciascuno dei sei Stati e due territori federali vantano un Ministro per gli Affari Multiculturali".
"Allora", si è chiesto il senatore de L’Ulivo, "di fronte alle esperienze di multiculturalismo cui si possono riferire in particolare i parlamentari eletti all’estero, sorge spontanea una domanda: a quando in questa nostra Italia, terra d’immigrazione e patria plurietnica e multilingue, un Ministro o almeno un Vice Ministro o Sottosegretario per gli Affari Multiculturali?".
Randazzo si è poi detto convinto "che la ratifica della Convenzione dell’UNESCO oggi in discussione nell’aula del Senato – una Convenzione alla cui formulazione hanno dato un sostanzioso contributo tanto l’Italia quanto l’Unione Europea – sia un passo importante, decisivo, proprio verso la cristallizzazione degli elementi costitutivi essenziali ad una precisa politica nazionale del multiculturalismo. Questo, e solo questo, può, e deve, significare il fatto che ben dieci titolari di dicasteri siano espressamente coinvolti nella presentazione di questo disegno di legge: il Ministro per gli Affari Esteri e il Ministro per i Beni e le Attività Culturali come presentatori, di concerto con altri otto colleghi di Governo". Per il sen. Randazzo "non potrebbe trovarsi, non si potrebbe immaginare, un più ampio e qualificato raggruppamento di vertici istituzionali per tenere a battesimo una formale, articolata politica del multiculturalismo italiano. Ben vengano, e da subito, attraverso la ratifica di questa Convenzione UNESCO, che consacra le diversità culturali come il più autentico bene e patrimonio dell’umanità, ben vengano l’immagine, e la sostanza e la visibilità, di un’Italia protagonista di primo piano anche in questo settore internazionale di avanzamento sociale e culturale", ha aggiunto.
Randazzo si è quindi avviato a concludere, portando all’attenzione dei colleghi senatori "due rapide osservazioni alla luce dei contenuti del disegno di legge", da lui definito "di largo respiro".
"La prima è che anche gli italiani di nascita e gli oriundi italiani che vivono all’estero sono parte e quindi sono da includere nella diversità culturale come definita dalla Convenzione UNESCO", ha detto Nino Randazzo. "Si riscontra, infatti, fra gli italiani nel mondo uno straordinario fenomeno di originalissima creatività totalmente ignorato in Italia. Italiani e oriundi italiani che emergono nelle loro patrie d’adozione in ogni campo di creatività artistica, letteraria, scientifica, e che meritano, appunto per difendere e valorizzare questa loro unicità e diversità culturale, l’apertura di finestre anche in Italia con sistematici programmi di mostre, traduzioni, conferenze, servizi giornalistici e radiotelevisivi. Anche gli italiani all’estero, e non solo gli immigrati in Italia, debbono entrare a far parte del multiculturalismo italiano".
"La seconda, ed ultima, considerazione", ha affermato, infine, il senatore, "è che la ratifica di questa Convenzione UNESCO potrà contribuire a contrastare e marginalizzare quelle filosofie, quelle politiche di esasperato monoculturalismo che caratterizzano l’operato di certi movimenti a sfondo razzista, secessionista, antiunitario che hanno persino avuto compiti di governo in qualche recente infausto periodo della nostra vicenda politica nazionale e che hanno anche appannato, per non dire sporcato, l’immagine dell’Italia e degli italiani nel mondo".
"La ratifica della Convenzione UNESCO del 20 ottobre 2005", ha concluso Randazzo, "deve contribuire anche a rimediare a questa immeritata distorsione dell’immagine dell’Italia nel mondo".

 

 

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