20080707 11:44:00 redazione-IT
Pubblicato il rapporto mensile. Inaugurato un monumento alla memoria a Lampedusa, a Roma una preghiera ecumenica. I dati dell’Onu sui rifugiati: in Italia solo lo 0,02% dei rifugiati del mondo
ROMA – È un triste anniversario quello della Giornata mondiale dei rifugiati del 20 giugno. Nel mese appena trascorso infatti, lungo le frontiere europee sono morti almeno 185 migranti e richiedenti asilo, dei quali 173 soltanto nel Canale di Sicilia. I dati sono stati diffusi dall’osservatorio sulle vittime dell’immigrazione Fortress Europe e si basano sulle notizie diffuse dalla stampa internazionale. Quattro uomini sono deceduti alle Canarie, dopo essere stati ricoverati in gravi condizioni dopo il loro sbarco.
In Italia, a distanza di pochi giorni, due iracheni sono stati trovati morti dentro due container sbarcati nel porto di Venezia a bordo di traghetti partiti dalla Grecia. In Turchia due migranti hanno perso la vita in un incidente del camion nel quale viaggiavano nascosti nella provincia orientale di Dogubayazit, mentre un cittadino somalo è rimasto ucciso da un proiettile durante una violenta protesta esplosa nel campo di detenzione di Kırklareli, vicino alla frontiera bulgara. E un proiettile ha ucciso anche tre profughi lungo il confine egiziano con Israele. Una delle vittime è una bambina sudanese di sette anni, ammazzata lo scorso 28 giugno.
E alla memoria dei migranti morti nel Mediterraneo è stato eretto un monumento a Lampedusa. Si trova sull’ultimo promontorio dell’isola di Lampedusa, nella contrada Cavallo Bianco, su una collina di roccia ed arbusti che guarda il mare, verso sud. È una porta in ceramica refrattaria alta cinque metri, realizzata dallo scultore Mimmo Paladino. Il monumento è stato inaugurato lo scorso 28 giugno 2008, grazie al sostegno di Amani, Mondadori, Alternativa Giovani e Comunità Koinonia. Un simbolo importante. Che va a intaccare l’immaginario collettivo. Che pone un punto di domanda alle coscienze. Perché quella strage non appartiene al passato, ma al tempo presente, e verosimilmente al futuro. Una settimana prima, a Roma, era stata celebrata una preghiera ecumenica per le vittime dei viaggi dell’immigrazione, nella basilica di Santa Maria in Trastevere, il 20 giugno, in occasione della giornata mondiale del Rifugiato, poi replicata a Napoli e Barcellona. Nel corso della funzione è stato lanciato un appello contro le stragi. Il cardinale Renato Martino ha quindi ammonito l’Europa. “Senza la memoria di questo dolore e della speranza spezzata – ha concluso – si edifica un’Europa virtuale, che si vorrebbe senza drammi, avulsa dal mondo globale e carico di tensioni nel quale viviamo, origine di tanti e ponderosi flussi migratori”.
I rifugiati nel mondo, secondo l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Acnur) erano 67 milioni alla fine del 2007. Un dato in aumento del 5% rispetto al 2006, dovuto in gran parte alla situazione in Iraq. Nel 2007 l’Italia ha ricevuto ha ricevuto soltanto 14.050 domane di asilo. Il 60% delle quali da persone sbarcate lungo le coste. Ovvero lo 0,02% del numero dei rifugiati nel mondo. In generale infatti, l’80% dei rifugiati sono ospitati da Paesi della stessa regione. Tra i dieci Paesi che ospitano il più alto numero di rifugiati solo tre – Germania, Regno Unito e Usa – appartengono al ricco mondo industrializzato. Il primo Paese d’asilo dei rifugiati nel 2007 era il Pakistan (più di 2 milioni di rifugiati), seguito da Siria (1,5 milioni), Iran (963mila), Germania (578mila), Giordania (600mila), Tanzania (435mila), Cina (301mila), Regno Unito (quasi 300mila), Ciad (294mila), Stati Uniti (281mila). (gdg)
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EmiNews 2008
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