
1 – Nuovo incontro dell’on. LA MARCA con il direttore generale SABBATUCCI sul miglioramento dei servizi consolari in nord America.
2 – Riforma Pensioni 2018: la proposta unitaria.
3 – PROPOSTE CGIL, CISL, UIL . SUI TEMI PREVIDENZIALI NELLA FASE 2 DEL CONFRONTO SINDACATI GOVERNO.
4 – DEPUTATI PD ESTERO: “IL PD E GLI ITALIANI NEL MONDO, UNA LEGISLATURA FECONDA”: RENDICONTO DI ATTIVITÀ, CONFRONTO, PROGRAMMA.
4 – FEDI (PD) – LA VOLUNTARY BIS PER I LAVORATORI ALL’ESTERO È IN SCADENZA: SERVONO UN’ULTERIORE PROROGA E UNA NUOVA LEGGE.
1 – NUOVO INCONTRO DELL’ON. LA MARCA CON IL DIRETTORE GENERALE SABBATUCCI SUL MIGLIORAMENTO DEI SERVIZI CONSOLARI IN NORD AMERICA. L’on. Francesca La Marca, facendo seguito al suo primo incontro con il il Direttore generale per le risorse e l’innovazione del Ministero degli Esteri Luca Sabbatucci avvenuto il 31 luglio, ha incontrato nuovamente per riprendere ed approfondire alcune questioni relative allo stato dei servizi consolari per i nostri connazionali, già toccate nel precedente appuntamento. ROMA, 25 SETTEMBRE 2017
La Marca ha insistito sull’importanza di rafforzare la dotazione di personale presso il consolato di Toronto ricevendo dal Direttore la positiva notizia che dopo l’autorizzazione per l’assunzione di un contrattista già concessa in luglio, si è proceduto a settembre all’autorizzazione per una seconda assunzione, le cui procedure sono in corso di espletamento.
La Marca ha colto l’occasione per sollevare la questione dei consolati onorari nel Nord-Est degli USA, precisamente di Rochester (New York), dove da maggio la comunità è priva del riferimento di un console onorario, e del Connecticut, priva a sua volta dell’apparecchiatura elettronica per la raccolta delle impronte digitali. La parlamentare ha rappresentato anche l’aspirazione del console onorario del New Jersey di poter autenticare alcuni documenti e di trasmettere elettronicamente i dati biometrici.
Il Direttore Sabbatucci ha confermato ancora una volta sensibilità e disponibilità per le questioni discusse, ribadendo il suo impegno per il miglioramento dei servizi consolari rivolti ai connazionali all’estero.
2 – RIFORMA PENSIONI 2018: LA PROPOSTA UNITARIA
Documento sindacale unico con le proposte di riforma pensioni due: focus su previdenza donne e giovani, APe Social e Precoci, lavori usuranti e gravosi, blocco età pensionabile.
Guida al servizio online dell’INPS che consente ai pensionati la consultazione del cedolino della pensione e la verifica di eventuali variazioni degli importi liquidati ogni mese. => VAI ALLO SPECIALE PENSIONI SU PMI.IT
Adeguamenti alle aspettative di vita, parità di genere, giovani, previdenza complementare, correttivi APe Sociale e pensione anticipata precoci: sono tra i punti chiave delle proposte di Cgil, Cisl e Uil presentate al Governo nell’ambito della fase due del negoziato sulla Riforma Pensioni che si è parto nel settembre 2016. Un confronto che, si legge nel documento approvato dalle tre sigle confederali, «pur avendo fatto registrare alcuni, parziali, elementi di avanzamento, al momento sta evidenziando significative distanze, anche su elementi particolarmente rilevanti», che i sindacati si augurano possano essere superate nel corso della trattative. Il confronto proseguirà all’inizio di ottobre, e il Governo ha a più ripreso fatto sapere che l’accoglimento delle proposte dipenderà in gran parte della risorse disponibili in Legge di Stabilità 2017.
Per quanto riguarda l’Ape sociale e la pensione precoci, si propone innanzitutto di eliminare alcune criticità emerse nel corso di questo primo anno di applicazione, ad esempio consentendo l’accesso anche ai disoccupati senza ammortizzatori sociali, o che restano senza lavoro per scadenza del contratto a termine. Sempre in materia di APe Sociale, i sindacati chiedono un’ulteriore riduzione contributiva riservata alle lavoratrici madri, pari a un anno per ogni figlio, fino a un massimo di tre anni.
Per quanto riguarda le mansioni gravose, si propone di ampliare le categorie di lavoratori previste e di rendere più accessibile il criterio temporale: non più sei anni negli ultimi sette anni, ma nell’arco degli ultimi dieci anni. Si chiede anche di semplificare la procedura di richiesta, in particolare per quanto riguarda le certificazioni sull’effettivo svolgimento delle mansioni gravose. Ricordiamo che lo svolgimento dei lavori gravosi, in base alla Riforma Pensioni già operativa, consente l’accesso all’APe sociale e alla pensione anticipata precoci (in questo caso, bisogna anche avere un anno di contributi versati entro i 19 anni d età, e 41 anni di contributi versati). Chiesto anche l’abbassamento a 30 anni del requisito contributivo per l’accesso all’APe sociale, equiparandolo quindi alle altre categorie (attualmente per i lavoratori con mansioni gravose ci vogliono 36 anni di contributi).
Lavoro gravoso e usurante a confronto
Infine, viene sollecitata l’approvazione dei provvedimenti attuativi che consentano di utilizzare il nuovo cumulo gratuito anche agli iscritti alle casse professionali.
Le altre richieste dei sindacati riguardano nuove misure di flessibilità in uscita, a partire dal blocco degli adeguamenti automatici alle aspettative di vita a partire dal 2019 (quando dovrebbe esserci il prossimo scatto). Nel dettaglio, la richiesta è si avviare un negoziato specifico per rivedere l’attuale meccanismo, individuando anche criteri che misurino il diverso impatto delle attività lavorative sulla speranza di vita.
Diverse proposte a favore della pensione delle donne: maggiorazione contributiva per la maternità, un anno di anticipo sulla pensione di vecchiaia per ogni figlio (anche adottato), fino a un massimo di tre, oppure in alternativo un coefficiente più alto di trasformazione della pensione. Per lavoratrici e lavoratori che assistono il coniuge, il partner in unione civile, oppure un parente di primo o secondo grado con handicap grave, chiesto un anno di anticipo pensionistico ogni cinque anni di cura. Contribuzione più favorevole per le donne che svolgono lavoro domestico, e in generale valorizzazione contributiva del lavoro di cura familiare.
Pensioni giovani, la proposta del Governo
Il pacchetto giovani prevede la riduzione dell’importo richiesto per avere diritto alla pensione di vecchiaia (pari all’assegno sociale, dall’attuale soglia di una volta e mezzo), e di quello per la pensione anticipata nel contributivo (a 63 anni e sette mesi con 20 anni di contributi), attualmente a 2,8 volte il minimo. Per coloro che andranno in pensione con il contributivo (quindi, che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996), si chiede una pensione di garanzia e una più favorevole graduazione della quota di pensione deducibile dal reddito. Infine, si propone al valorizzazione ai fini contributivi di periodi di formazione.
Altre proposte:
interventi per il rafforzamento della previdenza complementare;
separazione della spesa assistenziale da quella previdenziale;
ripristino perequazione trattamenti pensionistici;
TFR e TFS dipendenti pubblici senza posticipo in caso di APe sociale o adesione alla RITA, rendita integrativa temporanea anticipata;
semplificazione procedure per pensione lavori usuranti;
opzione donna e ottava salvaguardia esodati: verifica risorse non utilizzate e impiego per risolvere problematiche aperte;
revisione della governance degli enti previdenziali.
3 – PROPOSTE CGIL, CISL, UIL . SUI TEMI PREVIDENZIALI NELLA FASE 2 DEL CONFRONTO SINDACATI GOVERNO. Il confronto avviato lo scorso anno fra Cgil, Cisl e Uil ed il Governo in materia di pensioni, sulla base della Piattaforma unitaria “Riformare le pensioni, dare lavoro ai giovani”, ha permesso di giungere alla sottoscrizione del Verbale di sintesi del 28 settembre 2016 e all’emanazione di importante misure che hanno introdotto un principio di flessibilità di accesso alla pensione, come la pensione anticipata per i lavoratori precoci, l’ape sociale, il cumulo contributivo gratuito e la semplificazione della normativa per i lavoratori usuranti. Inoltre, per i pensionati, l’estensione della quattordicesima e della no tax area.
Il confronto in corso sulla “fase due”, pur avendo fatto registrare alcuni, parziali, elementi di
avanzamento, al momento sta evidenziando significative distanze, anche su elementi
particolarmente rilevante, distanze che il proseguimento del negoziato ci auguriamo possa far
superare.
L’obiettivo delle organizzazioni sindacali nella “fase due” è quello di determinare risultati concreti
sui punti fissati nel Verbale di sintesi, che vadano nella direzione indicata dalla piattaforma
sindacale, che rimane il riferimento del sindacato per una riforma organica del sistema
previdenziale nel nostro Paese.
I punti più significativi che poniamo in questa fase all’attenzione del Governo sono:
1. Revisione del meccanismo di adeguamento dei requisiti di accesso alla pensione in relazione
agli incrementi della speranza di vita.
Si richiede di bloccare l’adeguamento dei requisiti di accesso alla pensione previsto con decorrenza
1° gennaio 2019 e avviare un negoziato per la revisione dell’attuale meccanismo di adeguamento
dei requisiti all’aspettativa di vita per quanto concerne la pensione di vecchiaia, la pensione
anticipata e i coefficienti di rivalutazione. Si propone inoltre, di costruire un gruppo di lavoro,
composto dai rappresentanti dei ministeri e degli istituti competenti e da Cgil, Cisl e Uil, al fine di
individuare i criteri in grado di poter misurare il diverso impatto delle attività lavorative sulla
speranza di vita.
2. Superamento delle disparità di genere delle donne e valorizzazione del lavoro di cura
Occorre:
– Una maggiorazione contributiva dei periodi di congedo di maternità.
– Il riconoscimento di un anticipo rispetto all’età legale per l’accesso alla pensione di
vecchiaia (sia nel contributivo che nel misto) per tutte le lavoratrici che abbiano avuto o
adottato dei figli; tale anticipo sarà di 1 anno per ogni figlio fino ad un massimo di 3 anni; in
alternativa, la possibilità per il trattamento economico della pensione, dell’applicazione del
coefficiente di trasformazione relativo all’accesso alla pensione, maggiorato di un anno per
uno o due figli, maggiorato di due anni in caso di tre o più figli.
– La riduzione di un anno per ogni figlio, fino ad un massimo di tre anni, del requisito
contributivo per l’accesso all’ape sociale, di cui all’articolo 1, commi 179-186, della legge
232/2016;
– Il riconoscimento, nel sistema misto e contributivo, di un anticipo pensionistico (1 anno
ogni 5 anni, fino un massimo di 4 anni, rapportato a ratei annuali) ai soggetti che assistono
il coniuge, l’unito civilmente o un parente di primo e secondo grado convivente con
handicap grave ai sensi dell’articolo 3, commi 1 e 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104.
– La valorizzazione contributiva del lavoro di cura per le donne, tenendo conto degli indicatori
statistici che attestano l’attuale distribuzione di tale attività.
– La revisione dell’attuale sistema di contribuzione per chi svolge lavoro domestico
prevedendo versamenti contributi pieni -anche oltre le prime 24 ore settimanali lavorate
e rapportato alle retribuzioni corrisposte effettivamente, se superiori a quelle convenzionali.
3. Flessibilità in uscita e sostegno alle future pensioni dei giovani.
Riduzione dell’importo soglia per l’accesso alle pensioni calcolate con il sistema contributivo.
Al fine di aumentare la flessibilità delle scelte individuali per le lavoratrici e i lavoratori si ritiene
necessaria la riduzione dell’importo soglia per l’accesso alle pensioni contributive al compimento
dell’età pensionabile o dell’età per la pensione anticipata con 20 anni di anzianità contributiva. In
particolare:
– ridurre da 1,5 ad 1 volta l’assegno sociale l’importo soglia richiesto per la pensione di
vecchiaia a 66 anni e 7 mesi;
– ridurre significativamente l’importo soglia (attualmente pari a 2,8 volte l’assegno sociale) in
caso di pensionamento anticipato nel sistema contributivo a 63 anni e 7 mesi con 20 anni di
contributo.
Pensione contributiva di garanzia e graduazione della quota di pensione deducibile dal reddito
influente in funzione degli anni di contribuzione ed inclusione delle pensioni complementari
nella quota.
Si conferma l’esigenza di una riforma organica che introduca nel sistema previdenziale una
pensione contributiva di garanzia che consolidi il pilastro previdenziale pubblico e possa
riconoscere e valorizzare ai fini previdenziali, le situazioni di discontinuità lavorativa, il lavoro e le
contribuzioni povere, l’attività di cura, studio e formazione e a tale proposito proponiamo la
definizione di un Memorandum che fissi i principi e i reciproci impegni futuri.
In questa fase transitoria si chiede una riformulazione della proposta avanzata dal Governo,
garantendo un maggior raccordo tra il trattamento previdenziale e la storia contributiva della
persona, superando quindi l’impianto ipotizzato, che a nostro avviso risulta disincentivante alla
partecipazione attiva sul mercato del lavoro e al relativo versamento contributivo, e non riconosce
adeguatamente le storie contributive più deboli. In particolare proponiamo che la quota di
pensione deducibile dai redditi influenti per l’erogazione dell’assegno vada graduata in ragione
degli anni di contribuzione pensionistica. In particolare la quota di pensione deducibile è innalzata:
– al 50% in caso di pensione conseguita con almeno 20 anni di contribuzione;
– al 55% in caso di pensione conseguita con almeno 25 anni di contribuzione;
– al 60% in caso di pensione conseguita con almeno 30 anni di contribuzione.
Inoltre, al fine di valorizzare le scelte orientate al risparmio previdenziale da parte di quei lavoratori
che hanno aderito a forme pensionistiche complementari, si conviene di rendere deducibili anche
le pensioni complementari, nelle misure e con le modalità prima indicate per le pensioni
obbligatorie.
Valorizzazione dei periodi di formazione e copertura di quelli di non lavoro
Si propone la valorizzazione dei periodi di discontinuità lavorativa e di formazione qualificata, non
coperta da alcuna contribuzione previdenziale, per il raggiungimento del requisito contributo dei 20 anni necessario per l’accesso anticipato alla pensione di vecchiaia nel sistema contributivo.
4. Interventi per il rafforzamento della previdenza complementare ed il rilancio delle adesioni
Armonizzazione fiscale pubblici privati
Si richiede l’equiparazione del trattamento fiscale dei dipendenti pubblici a quello dei lavoratori
privat mediante modifiche al decreto 252 con le quali operare:
– l’estensione delle regole fiscali dei lavoratori privati ai dipendenti pubblici;
– la parificazione delle regole civilistiche in tema di tipologia delle prestazioni ed accesso alle
stesse;
Campagna “Semestre per l’adesione consapevole ed informata” per la promozione delle
adesioni.
Si propone di realizzare nel 2018 una campagna informativa, nel contesto più ampio della
valorizzazione della previdenza pubblica, intitolata “Semestre per l’adesione consapevole ed
informata” con il meccanismo del silenzio assenso che garantisca ai lavoratori l’effettiva libertà di
scelta, con modalità più stringente che superino i limiti della precedente esperienza. Meccanismo
da estendere ai dipendenti pubblici in regime di Tfr.
Si propone di prevedere una norma che permetta a regime alla contrattazione collettiva di
regolamentare l’adesione con trasferimento automatico del Tfr al fondo pensione, fermo restando
il diritto del lavoratore al recesso preventivo, che avrà la possibilità di esercitare entro un certo
periodo di tempo.
Si richiede una norma che permetta il versamento dei contributo al fondo pensione attraverso l’F24 e l’Uniemens dell’Inps, il quale provvederà a rendicontare le quote ai relativi Fondi di competenza, e altre procedure che, complessivamente, tutelino la libertà di adesione del lavoratore e lo svincolino dai condizionamenti del datore di lavoro (vedi normativa su dimissioni in bianco).
Riduzione della tassazione sui rendimenti e semplificazione della tassazione sulle
prestazioni
– Riduzione dell’imposta sui rendimenti
– Innalzamento della quota di attivo patrimoniale che le forme pensionistiche complementari
possono destinare ad investimenti in economia reale con l’esenzione dall’imposta
– semplificare la tassazione delle quote di prestazione maturate per i periodi anteriori al
2007.
Misure per le imprese con meno di 50 addetti in relazione al Tfr destinato alla previdenza
complementare
Realizzazione di idonee misure compensative per le imprese con meno di 50 addetti che
destinano a previdenza complementare il trattamento di fine rapporto dei propri dipendenti.
Investimenti nell’economia reale
Avviare un apposito tavolo istituzionale, con la partecipazione delle Part sociali ed il successivo
coinvolgimento delle istituzioni e delle associazioni di settore, per la definizione delle modalità e
degli strumenti utile a favorire e rendere conveniente, ed in condizioni di sicurezza per i loro
aderenti, l’investimento dei fondi pensione nell’economia reale, con particolare riguardo
all’individuazione delle caratteristiche e degli scopi dell’investimento stesso (sviluppo
infrastrutturale e locale, finanziamento delle PMI, ecc.).
5. Separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale
Ai fini del completamento della separazione tra previdenza ed assistenza, il governo deve
promuovere, in sede comunitaria e nelle istituzioni internazionali interessate, una verifica dei
criteri di rappresentazione della spesa pensionistica utilizzata per le comparazioni a livello
internazionale al fine di escludere quelle voci che non hanno attinenza alcuna con le prestazioni
pensionistiche.
A questo fine si deve costruire un gruppo di lavoro composto da rappresentanti del Ministero del
lavoro e delle politiche sociali, del Ministero dell’economia e delle finanze, dell’Istat, delle
organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative ed al quale saranno invitati i rappresentanti di Eurostat.
6. Ripristino della perequazione dei trattamenti pensionistici
Ritorno al meccanismo di perequazione delle pensioni previsto dalla legge 388/2000, basato sugli
“scaglioni di importo”, con eventuale anticipazione al 2018 e riconoscimento di una rivalutazione
dell’importo della pensione della mancata indicizzazione (valutare l’eventualità di definire un
montante virtuale).
Il governo costituirà un gruppo di lavoro composto da rappresentanti del Ministero del lavoro e
delle politiche sociali, del Ministero dell’economia e delle finanze, dell’Istat e delle organizzazioni
sindacali maggiormente rappresentative al fine di verificare la possibilità di individuare un indice
diverso dall’attuale e in grado di assicurare una migliore rivalutazione delle pensioni.
7. Ape sociale e pensione anticipata per i lavoratori precoci/Cumulo Gratuito
In coerenza con l’obiettivo di realizzare un effettivo sistema di uscita flessibile dal lavoro e di
garantire i 41 anni di contribuzione per accedere alla pensione anticipata contenuto nella
Piattaforma, e per ampliare le condizioni che permettano una flessibilità in uscita per i
lavoratori che si trovano in determinate situazioni, si propone:
• L’ampliamento delle categorie di lavoratori che svolgono attività gravose
• La riduzione dei requisiti contributi di accesso all’Ape sociale:
o a 30 anni per i lavori gravosi;
o di un anno per ogni figlio fino ad un massimo di tre anni, per le lavoratrici.
• Semplificazione dei criteri di accesso:
o superare le criticità emerse per i lavoratori disoccupati e ricollocati a tempo
determinato ed estensione della possibilità di accesso ai lavoratori disoccupati a
seguito di conclusione di rapport di lavoro a tempo determinato; o seppur licenziati
senza alcun diritto alla percezione di un ammortizzatore sociale, per carenza del
requisito contributivo necessario per accedere alla Naspi.
o rideterminare la condizione per l’accesso in caso di lavori gravosi prevedendo che lo
svolgimento di questo tipo di attività deve essere avvenuto in almeno 7 anni degli
ultimi 10 che precedono la cessazione del rapporto di lavoro, come avviene per i
lavori usuranti.
o utilizzo della contribuzione estera per il raggiungimento del requisito contributivo
richiesto
o semplificare le procedure per accedere alle prestazioni, in particolare per la
certificazione connessa all’attestazione del lavoro gravoso.
Per quanto riguarda il cumulo gratuito, la necessità di emanare le disposizioni attuative affinché vi
sia la possibilità di cumulare la contribuzione versata anche nelle casse dei liberi professionisti.
8. Revisione delle norme che prevedono il posticipo del termine di percezione dei Tfr e dei Tfs
dei dipendenti pubblici
Occorre una modifica delle norme sui termini di pagamento dei trattamento di fine servizio e fine
rapporto dei dipendenti pubblici che garantisca l’erogazione di queste prestazioni secondo le
regole generali e quindi consentendo anche l’erogazione dei TFS e del TFR nel caso di accesso alla
RITA o all’Ape sociale.
9. Emanazione del decreto di semplificazione delle procedure per il pensionamento in caso di
lavoro usurante.
10. Verifica della consistenza delle risorse residuate per l’opzione donna e l’ottava salvaguardia
relativa agli esodati gestendo le problematiche aperte.
11. Ribadiamo la necessità di favorire una rapida approvazione della legge di riforma della
governance degli Enti previdenziali, che affermi un vero sistema duale con una più precisa ed
efficiente ripartizione dei poteri tra l’attività di gestione e l’attività di indirizzo strategico .
4 – DEPUTATI PD ESTERO: “IL PD E GLI ITALIANI NEL MONDO, UNA LEGISLATURA FECONDA”: RENDICONTO DI ATTIVITÀ, CONFRONTO, PROGRAMMA.
Il convegno organizzato dal Gruppo del Partito della Camera ”Il PD e gli italiani nel mondo. 2013-2017: Una legislatura feconda” rappresenta un’occasione di approfondimento e di riflessione che va oltre il sia pur doveroso rendiconto dell’attività svolta dal maggior partito italiano a favore degli italiani all’estero. ROMA, 28 SETTEMBRE 2017
Esso, infatti, sarà anche un momento di dialogo con un nutrito gruppo di persone che, vivendo e lavorando fuori d’Italia, conoscono dall’interno le situazioni di cui si parlerà e potranno dare un contributo di esperienza alla definizione di un programma calibrato e realistico per la prossima legislatura. Vi sarà la presenza, inoltre, di alcuni tra i maggiori dirigenti del PD, a livello di partito e di incarichi istituzionali, che sottolinea la svolta profonda maturata in questi anni nei confronti della presenza vecchia e nuova degli italiani nel mondo, assunta come un volano essenziale della promozione del Paese in ambito globale. Per tanto tempo se n’è parlato retoricamente, ora finalmente si è iniziato a ragionare in termini di interventi finalizzati e di politiche integrate.
I profili secondo i quali si guarderà a questi temi sono molteplici: l’Italia nel mondo; mobilità e diritti; rinnovamento dell’Italia e suo rilancio nel mondo; la presenza organizzata del PD all’estero.
Dall’intreccio di più esperienze, responsabilità e voci potrà venire quel rafforzamento nei rapporti e quella svolta di attenzione e di impegno, che con sempre maggiore evidenza ci vengono richiesti nel corso dei nostri quotidiani rapporti con le comunità. Come ha già dimostrato con i fatti in questi ultimi anni, il PD saprà corrispondere con onestà a queste attese.
I deputati PD eletti all’estero: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi ROMA, 28
5 – FEDI (PD) – LA VOLUNTARY BIS PER I LAVORATORI ALL’ESTERO È IN SCADENZA: SERVONO UN’ULTERIORE PROROGA E UNA NUOVA LEGGE.
Credo che sia opportuno ricordare a tutti coloro i quali ritengono giusto e conveniente mettersi in regola con il Fisco italiano che c’è tempo fino al 2 ottobre (il 30 settembre è sabato) per aderire alla voluntary disclosure bis, in seguito alla proroga, di cui ho dato notizia in un mio recente comunicato, volta a concedere più tempo per aderire alla procedura di collaborazione volontaria oltre il termine originariamente previsto di lunedì 31 luglio. SETTEMBRE 2017
La voluntary disclosure edizione 2016-2017 è stata introdotta dal dl 193/2016, che ha riaperto i termini per far emergere capitali all’estero (compresi i redditi non dichiarati) oppure irregolarmente detenuti in Italia con uno sconto sulle sanzioni (ma con il pagamento integrale delle somme originariamente dovute).
La voluntary bis potrebbe essere un’opportunità per migliaia di lavoratori italiani all’estero i quali hanno lavorato e prodotto reddito (e pagato le tasse all’estero) ma si sono dimenticati di iscriversi all’AIRE mantenendo così la residenza in Italia e conseguentemente anche l’obbligo di dover dichiarare annualmente al Fisco italiano i redditi conseguiti all’estero.
Ricordiamo che tutti i cittadini italiani che lavorano all’estero e che non sono iscritti all’A.I.R.E. (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) sono fiscalmente residenti in Italia e devono ogni anno presentare la dichiarazione e pagare le imposte sui redditi ovunque prodotti. Nel caso si ometta di presentare la dichiarazione dei redditi o non si indichino in essa i redditi prodotti all’estero, non spetta la detrazione delle imposte pagate nello Stato estero (comma 8 dell’art. 165 del Tuir).
Quindi i cittadini italiani che, per motivi di varia natura, non si sono iscritti all’Aire e che non hanno presentato la dichiarazione dei redditi in Italia, perdono il diritto di usufruire della detrazione delle imposte pagate all’estero (comma 8 dell’art. 165 del Tuir), se accertati (a poco servono in questo caso le convenzioni bilaterali contro le doppie imposizioni fiscali che generalmente consentono la tassazione concorrente o doppia tassazione).
Per non perdere il diritto al riconoscimento delle imposte pagate all’estero, una norma introdotta di recente in seguito ai nostri interventi (la legge di conversione del Dl 50/2017) consente, nell’ambito della cosiddetta procedura della “collaborazione volontaria” (voluntary disclosure ), per la quale è stata disposta la riapertura dei termini di adesione al 2 ottobre 2017, di superare il divieto disposto dal comma 8 dell’art. 165.
Tale procedura straordinaria consente, tra l’altro, di regolarizzare le violazioni degli obblighi dichiarativi commesse in materia di imposte sui redditi, usufruendo di benefici sul piano sanzionatorio. In conclusione l’adesione alla voluntary bis, sebbene onerosa a causa delle sanzioni, seppur ridotte, da pagare, potrebbe evitare eventuali e più penalizzanti contenziosi con il Fisco italiano.
Tuttavia, ci è stato segnalato un problema da numerosi contribuenti italiani all’estero che avrebbero voluto aderire. Il problema consisterebbe nel fatto che le istruzioni per la compilazione della Disclosure, “on line” sul sito dell’Agenzia delle Entrate, presentano una notevole complessità tecnica e giuridica, lasciando spesso spazio a dubbi interpretativi. Il pericolo è perciò che molti nostri connazionali, pur volendolo, non riusciranno ad inviare in tempo la richiesta per l’adesione sia a causa della mancanza del PIN (difficile da ottenere all’estero) sia per la quantità e tipologia di documentazione da allegare.
Voglio quindi sottolineare che sarà mio obiettivo prioritario in questo scorcio finale di legislatura ed in particolare nel corso della discussione della Legge di bilancio, cercare di introdurre una ulteriore proroga per i lavoratori italiani all’estero e magari un provvedimento volto a modificare l’attuale penalizzante normativa in vigore in modo da non consentire più l’assurdità della doppia tassazione sui redditi conseguiti all’estero.
Ricordo che è sempre opportuno rivolgersi ad un esperto in materia per una verifica della propria posizione.
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