11521 Riduzione taglio ai patronati segnale di attenzione al welfare

20141220 12:40:00 redazione-IT

“La consistente riduzione del taglio previsto inizialmente dalla legge di stabilità al fondo per i Patronati è un segno di ragionevolezza e di responsabilità che va apprezzato e valorizzato, anche per l’affermazione di un metodo di dialogo tra parlamentari e governo che l’ha resa possibile”. Questo il commento dei cinque deputati Pd eletti all’estero – Farina, Fedi, Garavini, La Marca e Porta – all’indomani dell’approvazione dell’emendamento alla Legge di Stabilità che ha ridotto a 35 milioni il taglio al Fondo Patronati, che inizialmente ammontava a 150 milioni.

“Sui 440 milioni del fondo, costituito non con risorse pubbliche ma con i contributi dei lavoratori, – ricordano, infatti, i parlamentari Pd – era stato ipotizzata una decurtazione di 150 milioni, equivalente ad oltre un terzo dell’ammontare complessivo. Un colpo che avrebbe messo in ginocchio queste strutture di servizio sociale proprio in un momento in cui la crisi ha acutizzato gravemente il disagio di milioni di persone. Le conseguenze più immediate e dirette si sarebbero riversate sugli italiani all’estero perché le prime sedi che avrebbero chiuso sarebbero state proprio quelle operanti lontano dall’Italia”.
“Alla Camera – ricorda ancora Farina, Fedi, Garavini, La Marca e Porta – è scattata una reazione ampia e ferma contro questa misura, che ci ha visti protagonisti nel coinvolgimento di oltre 150 colleghi e ci ha consentito di dimezzare il taglio, con l’impegno di intervenire ulteriormente al Senato per contenere in maggiore misura la riduzione. Infatti, nel successivo passaggio parlamentare si sono potuti recuperare altri 40 milioni. Il taglio da 150 milioni è sceso così a 35, equivalente all’8% del fondo complessivo. In più, fin dal passaggio alla Camera, si è stabilito che i Patronati che intendono concorrere alla ripartizione devono essere presenti in almeno otto Paesi esteri, scongiurando il progressivo ridimensionamento del servizio tra le nostre comunità”.
I deputati, dunque, esprimono “grande soddisfazione per questo risultato, tanto più perché ottenuto in un quadro di contenimento complessivo dell’intervento pubblico. Si è evitato un serio danno alle persone che sono di fatto più esposte alla crisi e alla marginalità sociale. Ma crediamo che non vada sottovalutato il segnale politico che viene da questa vicenda, vale a dire che il welfare non è un lusso insostenibile, ma una leva da usare per evitare un’irreversibile regressione sociale e per rendere lavoratori, disoccupati e pensionati parte attiva della ripresa del Paese”.
Quanto alle comunità italiane all’estero, aggiungono, “resta per noi un problema di diritti che si lega strettamente all’esercizio di una reale cittadinanza. I servizi non sono un optional o una graziosa concessione per gli italiani all’estero, ma un diritto. E un interesse per il Paese, che ha tutto da guadagnare ad avere nel mondo comunità coese e socialmente tutelate ed evolute. Per questo, continueremo a considerare la presenza dei Patronati all’estero come un presidio sociale indispensabile e una rete di servizio addirittura necessaria dopo la riduzione del numero dei consolati e dei COMITES. Chiediamo, inoltre, che si affronti in modo risolutivo la questione della convenzione Patronati-MAECI per dare una risposta concreta alla situazione critica che si è venuta a determinare tra i nostri connazionali in tema di servizi. Diciamo questo non per una concessione di parte o corporativa, ma per l’esigenza di costituire e dare funzionalità ad una rete di sostegno che possa corrispondere pienamente ai diritti dei cittadini, sostenere gli interessi dell’Italia nel mondo e – concludono – rafforzare l’immagine di un Paese coeso e socialmente evoluto”

(aise/eminews)

 

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