9566 Lacrime e sangue.

20111213 11:01:00 redazione-IT

[b]di Tonino D’Orazio[/b]
Il sangue e la macelleria sociale evocano in realtà la stessa cosa. Le lacrime invece le abbiamo appena viste al solo sentire la parola sacrifici, e proprio dalla persona che li impone.
Immagino che anche un macellaio a volte possa commuoversi e piangere prima di sgozzare l’indifeso agnello, anche dopo anni di specializzazione nell’argomento professionale, anzi diciamo proprio nella tecnica.
Ormai tutti si sono accorti che il primo impegno chiesto a questo governo non eletto è stato quello di rispettare gli obblighi contratti con i bancarottieri strozzini internazionali e di fare gli ufficiali giudiziari dell’alta finanza mondiale. Chi si è azzardato a dare appoggio totale e speranze, come il PD, si trova in un guado, dal quale pensa di uscire con la demagoga espressione di stare a salvare l’Italia, i pensionati, i lavoratori e minacciando gli alleati un po’ recalcitranti, dopo che Veltroni e Bersani si sono dichiarati soddisfatti: contenti loro, contenti tutti.

Il ricompattamento dei sindacati, Ugl compresa, e la misera realtà hanno continuato ad aprire però visibilmente le crepe interne a questo partito, proprio sulla questione lavoro. A questo si aggiunge la rinascita, ancora non chiaramente espressa, delle forze cattoliche, capeggiata da imprenditori e ex DC, che sempre hanno invaso il centro politico del paese e al quale la cosiddetta terza via del PD è confacente. Anche perché, mentre ci intrattenevano deliziosamente con un bipolarismo ideologico ci siamo accorti che in parlamento vi sono un paio di dozzine di partiti, come nella prima repubblica, anche se inizialmente erano in due attruppamenti.

E poi la strada è tracciata da questo governo tecnico vaticano-bancario. Ormai sappiamo che provengono tutti da strutture cattoliche di peso, di “alta professionalità”, dalle banche, quindi di destra, per fare banali e devotamente cose da macellai che tutti avrebbero saputo fare meglio se un po’ di politica normale, senza anticostituzionali premi di maggioranza, fosse esistito in questo paese. Questi ministri, insieme al devoto premier, e all’affetto di Napolitano, garantiranno che la Chiesa continuerà a presidiare il nuovo governo e a ricevere i soliti finanziamenti e le banca a continuare le loro speculazioni.

Chi ha potuto credere alla parola equità? Ma se la crisi non la pagano le banche che l’hanno creata, né gli speculatori che tanto continuano imperterriti, né la Chiesa che ci sguazza, chi poteva pagarla? La nomina di Elsa Fornero (esperta di “riforme” previdenziali, vice presidente della banca San Paolo) a ministro del Welfare lasciava intuire da dove si sarebbe cominciato. Dalle pensioni di anzianità: cioè, da coloro che hanno ormai pagato i contributi per sé, ma che saranno costretti a continuare a pagarli per gli altri. E dai sessantenni che giocheranno alla lotteria quanti anni mancano o meno.

Naturalmente non si toglieranno le pensioni a coloro che non le hanno pagate, se no come farci anche la cresta, o almeno non interamente: dai coltivatori diretti, ai commercianti, ai liberi professionisti, che hanno fatto le fortune elettorali dei governi della Prima Repubblica, e mandato in rovina l’Inps. Non ancora?

Tra poco verranno accollati a questo Istituto, in attivo ancora per poco, non solo l’Inpdap, che notoriamente non ha accumulato il denaro trattenuto ai dipendenti pubblici per le loro pensioni se non in forma cartacea, e tutti i fondi professionali dei vari ordini, o lobbies, in profondo deficit per aver sperperato i loro soldi dando pensioni d’oro e che sono rimasti senza denaro per poter continuare.

C’è poco da commuoversi o da piangere. Sarà stata una emozione dovuta all’età e ai suoi normali problemi o allo sfogo di poter fare finalmente, dopo anni di attesa, di fare quello che avrebbe sempre desiderato fare. Quando i sogni si avverano e le responsabilità sono degli altri ci si può anche commuovere in diretta. Sfatando già il concetto che i tecnocrati siano persone di “ghiaccio” e anzi "umanizzando il prodotto". Siamo il paese che ha inventato la commedia dell’arte. A piangere veramente saranno gli altri.

Nella stessa immagine si può situare un Monti, ricattatore e arrogante. Questi sono i primi aggettivi che si possono ritenere sul piano strettamente comunicativo, anche di metodo “concertativo”, ma solo chi non ha mai visto un rettore universitario può stupirsi. Loro sono così di natura. Un altro capo che comanda, meno subdolo dell’altro che è andato via, ma impeccabile per una destra stracciona e presuntuosa. È’ proprio l’immagine necessaria di un paese invaso e governato temporaneamente con delle certezze imposte dagli altri e non condivise. E quanto più inique sono quelle certezze più i mercati reagiscono positivamente.

Se c’era una “sinistra”, anche se debole come in Spagna, in Portogallo e in Grecia dove hanno avuto il buon senso politico e la correttezza ideologica di stare all’opposizione, anche se non è che non avessero responsabilità, se ne poteva stare tranquillamente all’opposizione anche in Italia e non lasciare sole le organizzazioni sindacali e la povera gente tutte in piazza. Come sempre a sostenere Berlusconi, e il suo inevitabile ritorno con la destra al governo che tanti danni ha fatto, sono riapparsi i Veltroni e i pompieri vari, per dire come la Thacher, venti anni fa, e Monti oggi che “non c’è alternativa” a questa macelleria. Il decreto si chiama profeticamente “Salva Italia”, in una logica di punizione da subire, e per questo anche Bersani, spiazzato dall’arroganza, si accora.

Tutti fanno finta di non capire quale Italia e per chi, e solo l’impoverimento popolare totale può salvare lo spread, cioè in altre parole il debito degli strozzini. Ma è un cane che si morde la coda. Anche se molti piccoli risparmiatori hanno partecipato in massa all’acquisto di Bot a sei mesi al 6.5%. Intanto incassiamo, tanto che può succedere in sei mesi. A febbraio serviranno ancora 20 miliardi, poi ai primi di luglio almeno 30, solo per pagare gli interessi, ecc … Bisogna drenare tutti questi piccoli risparmi che hanno i cittadini italiani, visto che se ne vantano ancora a livello internazionale. Poi si vedrà. E in piazza, ma come nell’Italia povera che pagherà, troveremo solo pezzettini ipocriti di partiti, forse anche esponenti vari a titolo personale. Dovranno pur allinearsi e farsi rivotare dalle loro segreterie di partito.

Ma i sindacati unitariamente, alcuni dopo un po’ di anni di sbornia e di smarrimento, hanno finalmente rimesso l’ora al posto giusto, quello della democrazia, della giusta e necessaria protesta e penso ce ne sarà per tutti, perché gli altri sono tutti dall’altra parte, anche la Lega che ha “governato”, con i risultati che vediamo, per 18 anni. E questo sarà sempre più difficile nasconderlo con le chiacchiere o le strategie di palazzo, mentre si apre una prateria per la ricostruzione di una vera sinistra che si faccia carico in modo veramente equo dei problemi di questo paese, anche con un nuovo accordo di interesse con la borghesia media che sta per scivolare nel medio-basso.

Questa manovra non è la svolta di un paese verso il suo rilancio, e Monti, il liberatore, il supereroe di settimane fa oggi è diventato sequestratore e aguzzino del suo paese a nome di altri. Pensa addirittura dividere i sindacati dai cittadini “che capiranno”. Le alternative ci sono perché tutto il neoliberismo ha toppato, non solo in tutta l’Europa, e non sa come uscirne, anche perché nei paesi democratici la forza, o i colpi di coda autoritari, non rappresentano ancora una opzione valida. Si può continuare a spogliare la gente, ma quando sono poi completamente nudi?

Anche se la storia ci ha sempre insegnato che se si potesse veramente cambiare il mondo con il voto quest’ultimo sarebbe sicuramente proibito.

(8 dicembre 2011)

 

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