9537 #EURODISASTRO, SALVIAMO I RISPARMI

20111201 19:09:00 redazione-IT

[b]di Eugenio Benetazzo[/b]

[i]Gli italiani si chiedono: "La mia banca fallirà? Perderò i miei risparmi?". Oggi mi sento di dire che occorre diversificare il portafoglio. Teniamo d’occhio le corone norvegesi, il dollaro canadese, ma prendiamo atto che dovremo sopportare psicologicamente delle perdite[/i]

Ascoltando i media nazionali e i telegiornali del nostro Paese oggi percepiamo che l’Euro ha i giorni contati. In realtà ascoltando voci autorevoli, soprattutto del mondo accademico, negli ultimi 12 mesi questo tipo di eventualità non era poi così tanto remota. Oggi si dà per spacciata la moneta unica europea a fronte di una grande presunzione che si è fatta oltre dieci anni fa, tentando di armonizzare le economie di quasi venti paesi uno diverso dall’altro con quasi niente in comune. Oggi ci si rende conto che ci sono non solo due velocità per la cosiddetta Europa del nord e l’Europa del Mediterraneo, ma più velocità anche all’interno di queste due macro aree economiche. La presunzione che è stata fatta più di dieci anni fa prevedeva che imponendo dall’alto una divisa particolarmente forte si sarebbe permesso un processo innanzitutto di allineamento ai paesi più forti e in un certo senso la capacità da parte dei paesi più deboli di riuscire a cavalcare la scia di quelli più forti.

Ci rendiamo conto, già da cinque anni, che l’imposizione di una moneta troppo forte per economie particolarmente deboli ha accentuato questo divario che oggi percepiamo tutti quanti attraverso questo momento di turbolenza finanziaria.

Di certo il fallimento ormai è eclatante, l’Euro si può considerare non dico fallito ma se non altro fallimentare sia dal punto di vista della politica monetaria che poi anche della sua stessa consistenza, pensiamo al fatto che paesi come l’Italia sono in questo momento costretti a reindebitarsi a un tasso di rifinanziamento paritetico a quello in cui vigeva la lira. Quindi da questo punto di vista tutti si devono chiedere a che cosa serve avere l’Euro.
L’Euro è stata una divisa che ha particolarmente agevolato alcuni stati all’interno della Comunità Europea consentendogli di aumentare significativamente la propria competitività grazie a un cambio stabile con i principali partners commerciali e mettendo invece in seria difficoltà paesi che dovevano poter contare su periodi di possibile svalutazione per rendere appetibili i propri servizi e le proprie merci. Oggi percepiamo come questa finalità strumentale sia implosa o sia impercorribile, i grandi giornali parlano ormai di scenario a dieci – quindici giorni.
Probabilmente come scenario peggiore avremo la effettiva detonazione dell’Euro con il ripristino ognuno delle proprie precedenti divise o di nuove valute ancorate dell’economia in questo momento qua che caratterizza la singola nazione e il singolo paese.
Uno scenario un po’ più blando è quello chiamato a gran voce, soprattutto anche da Confindustria, dai rappresentanti dell’industria pesante tedesca, ed è quello di una spaccatura valutaria all’interno dell’Unione Europea che porti all’emersione o all’imposizione di una divisa molto più "soft" per l’area periferica e quella mediterranea includendo anche l’Irlanda, istituendo un tasso di cambio tra il cosiddetto Euro attuale e il nuovo Euro che andrà in circolazione nei paesi che adesso stanno particolarmente soffrendo come il nostro.

RISPARMI: CHE FARE
Sono bombardato in questi giorni da centinaia di mail che sono grossomodo tutte con lo stesso tono, della serie "dove si compra oro?", "che rischio ho detenendo liquidità in giacenza sul mio conto corrente?", "la mia banca fallirà?", "ho un Btp che sta perdendo 15 punti percentuali, quali sono le aspettative a cui posso andare incontro?". Segno che in questo momento di profonda incertezza la massa dei risparmiatori italiani si sente veramente allo sbando e tutto sommato ha anche ragione, perché è una fase di incertezza e problematicità che probabilmente non ha precedenti storici. Al momento attuale il consiglio che do io è quello di posizionarsi con una parte del portafoglio chiaramente anche abbastanza modesta tra il 10 e massimo il 20 per cento in divise particolarmente forti, quindi faccio un esempio: con corone norvegesi, qualche franco svizzero o dollaro canadese anche se è opportuno sapere che oggi andiamo a cambiare Euro contro queste divise a tassi che sono particolarmente non convenienti, non sapendo soprattutto a che tipo di scenario valutario potrà andare incontro l’Euro.

Un’altra ipotesi è quella di utilizzare la presenza di tipologie di fondi comuni di investimento, come quelli di ritorno assoluto, quelli obbligazionari dinamici e in particolar modo i fondi flessibili che come dicono i nomi stessi a cui fanno riferimento le categorie di gestione sono fondi in cui il team di gestione può strutturare una politica di copertura del rischio o si sposta come una cavalletta sul mercato a seconda di quelle che sono le esigenze del momento per proteggere il portafoglio.
Evitare in questo momento allocazioni di portafoglio fatte a fronte dell’isteria finanziaria, quella che vediamo sulla stampa di settore o attraverso comportamenti che sono assolutamente sconsiderati tipo andare ad acquistare il decennale tedesco o il quinquennale statunitense, considerati titoli di stato tutto sommato ancora solvibili i cui rendimenti hanno ormai raggiunto soglie insostenibili legate all’andamento della quotazione del prezzo.
Puntare a una diversificazione attraverso asset class, cioè contenitori di capitale e di portafoglio tra di loro negativamente diversificate. Negativamente diversificate presuppone il fatto che ognuna di queste fette, ognuna di queste aree della torta con cui vogliamo strutturare il nostro portafoglio possa avere una dinamica di comportamento in termini di volatilità tra di loro non correlate. Quindi faccio un esempio: investendo in quattro o cinque fondi o due o tre divise una sale, una scende, l’altra rimane stazionaria, in modo tale che complessivamente il risultato del portafoglio rimanga il più possibile stazionario. Però il pensiero che mi sento di trasmettere che in questo momento che veramente non ha parallelismi con la storia in passato dobbiamo essere tutti pronti a sopportare psicologicamente delle eventuali perdite, anche qualora fossimo stati in grado di strutturare nel migliore dei modi il nostro portafoglio.

FONTE: [url]http://www.youtube.com/watch?v=Di6nefdARkQ[/url]

http://www.cadoinpiedi.it/2011/11/29/eurodisastro_salviamo_i_risparmi.html#anchor

 

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